Succede tutto nell’arco di circa 40 minuti. Da quando Luca Ventre, italiano 35enne che vive a Montevideo, capitale dell’Uruguay, la mattina del 1 gennaio scavalca la cancellata dell’Ambasciata italiana fino a quando ne esce apparentemente privo di sensi, trasportato a braccio da un poliziotto e alcune guardie locali che si trovavano all’interno del perimetro della struttura. Da lì a pochi minuti, dopo essere arrivato in ospedale, morirà.

I video girati dalle telecamere di sorveglianza dell’ambasciata italiana ottenuti da Ilfattoquotidiano.it dimostrano che una volta entrato senza permesso nel cortile (secondo il racconto del fratello perché temeva per la sua vita), il 35enne, dopo essere sparito dalla visuale delle telecamere, ha tentato di fuggire scavalcando nuovamente il cancello. Ma l’intervento di un membro del personale glielo ha impedito, stendendolo a terra e, con l’aiuto di un’agente, lo ha immobilizzato con una stretta al collo durata circa 14 minuti durante i quali il giovane ha poi perso conoscenza.

Da quel momento, in base ai video dell’ambasciata e dell’entrata ambulanze del pronto soccorso, Ventre non si risveglierà più, nonostante dai verbali degli agenti coinvolti emerga che il 35enne si trovava in uno stato di semincoscienza e che “ha dato in escandescenze” sia all’interno della macchina della polizia che lo ha trasportato in ospedale che dentro la stessa struttura. A chiarire l’accaduto saranno due indagini: una per omicidio di secondo grado e una per omicidio preterintenzionale.

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