I tre indagati, 26, 23 e 36 anni, sono accusati di tortura, sequestro di persona e violazione del domicilio. Vengono contestati almeno tre episodi avvenuti a Licata, provincia di Agrigento: secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, un uomo è stato brutalmente pestato con un bastone, legato con del nastro adesivo e abbandonato per strada
Almeno tre raid filmati e diffusi in rete contro persone con disabilità fisica e mentale. Nei confronti di tre giovani di 26, 23 e 36 anni, il procuratore capo di Agrigento, Luigi Patronaggio e il sostituto, Gianluca Caputo, hanno formalizzato le accuse di tortura, sequestro di persona e violazione del domicilio. Per i tre, che questa mattina sono stati arrestati dai carabinieri per gravi indizi di reato, la convalida del fermo dovrebbe arrivare domani, 27 gennaio.
La banda, che secondo gli inquirenti potrebbe essere composta da più di tre membri, è accusata di aver picchiato e sequestrato persone con disabilità nelle loro case o anche per strada a Licata, in provincia di Agrigento, per poi diffondere video e foto sui social. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, sono almeno tre gli episodi: in uno di questi, un uomo con disabilità è stato brutalmente pestato con un bastone, legato con del nastro adesivo e abbandonato per strada. A liberarlo è stata una donna di passaggio, che poi ha chiamato i soccorsi.
In altre circostanze, sempre ricostruite dalle indagini, due persone sono invece state umiliate con della vernice spruzzata sul volto e con una sostanza che provoca la caduta dei capelli. Le due vittime, secondo l’accusa, sono state poi legate a una sedia con un secchio in testa e picchiate con calci, pugni, bastonate, subendo anche minacce di morte. Il tutto sempre filmato con gli smartphone e diffuso in rete, sui social con titoli di derisione. A denunciare le torture è stata una delle vittime, che ha raccontato l’incubo passato nelle mani della banda. I tre indagati hanno nominato come difensore l’avvocato Santo Lucia. Dopo la convalida del fermo, chiesta dai pm, sarà fissata l’udienza davanti al gip.