Da giorni il suo nome era inserito nell’elenco di senatori “costruttori” pronti a votare la fiducia al governo di Giuseppe Conte. Lui, però, aveva sempre smentito. Fino ad oggi, quando Luigi Vitali ha deciso di comunicare ai colleghi di Palazzo Madama la sua decisione: lascia Forza Italia e va sostenere la maggioranza del premier dimissionario. “Cari colleghi, come doverosamente comunicato alla presidente, ho preso la decisione di sostenere il professor Conte. Ho espresso sempre la mia perplessità sulla situazione attuale. E’ stato un onore lavorare con voi”, ha detto il senatore pugliese, dopo aver sentito al telefono la capogruppo Anna Maria Bernini.
“Non è questo il momento delle contrapposizioni – sostiene Vitali- ma di dare come classe dirigente complessiva un segnale a chi non ha ancora ricevuto la Cig, il vaccino, a chi è stato costretto a chiudere attività, alle partite Iva, alle imprese ai commercianti, che il Paese è unito, perché solo insieme si uscirà dal tunnel”. L’ex berlusconiano è pronto a votare il Conte ter? “Sì”, assicura, che potrebbe entrare nel gruppo Europeisti, appena nato al Senato proprio per fare da stampella all’esecutivo. Auspica il ritorno di Renzi? “Non è un mio problema”, taglia corto Vitali.
Quattro legislature da deputato, uno da senatore, ex sottosegretario alla Giustizia, il pugliese Vitali è stato berlusconiano di ferro. Ora ha deciso di lasciare il partito di Silvio Berlusconi per andare ad allargare la maggioranza composta dal Pd, dal M5s e da Leu. A Palazzo Madama si tratta del terzo caso dopo Andrea Causin e Maria Rosaria Rossi, che già il 19 gennaio scorso avevano votato la fiducia a Conte. Tra l’altro al Senato Vitali siede a un posto di distanza dalla Rossi, altra ex fedelissima dell’ex premier. “Se stigmatizzo i colleghi che hanno votato in dissenso col gruppo? Ma io non stigmatizzo nessuno. Chi è senza peccato scagli la prima pietra“, aveva detto qualche giorno al fattoquotidiano.it Vitali. Che non aveva escluso che ci potessero esserci altre defezioni: “Chi lo può dire? Se non vogliono queste situazioni dovrebbero mettere il vincolo di mandato. In caso contrario dinamiche simili continueranno a verificarsi”. Lui, però, sosteneva di voler rimanere in Forza Italia. “Ho fatto cinque legislature e non intendo ricandidarmi alla prossima”, diceva. E invece alla fine si è spostato verso la maggioranza.