Il remake di Demon’s Souls è la seconda esclusiva su cui Sony ha puntato per il lancio della PlayStation5, confidando nella grande fanbase dei cosidetti “soulslike” di cui Demon’s è capostipite e padre. L’esclusiva di Sony è un remake firmato ancora una volta dai ragazzi di Bluepoint Studio, che sembrano specializzati in questo tipo di operazioni, donando splendore a giochi di epoche precedenti. Dopo un mese dal lancio e un paio di patch, tiriamo le somme su quanto Demon’s Souls per Ps5 faccia la parte dell’esclusiva più importante per la nuova console di Sony mostrando uno scorcio di Next gen.
Il mondo di Demon’s Souls è cupo, spietato e senza via di fuga, neanche la morte libera chi decide di attraversare le mura fitte di nebbia di Boletaria, in molti ci hanno provato cercando redenzione e fortuna, nessuno è mai tornato indietro. Nei panni di un avventuriero intrappolato dalla maledizione del Nexus, unico luogo che unisce le martoriate regioni di Boletaria e che rappresenta l’unica area sicura del gioco, cercheremo una volta per tutte di porre fine alla maledizione dei demoni che divorano l’anima di questa terra.
Nel Nexus, prigione e casa del giocatore, potremo migliorare le statistiche del nostro personaggio, gestire gli oggetti nel nostro deposito, forgiare e riparare armi, imparare incantesimi e miracoli dai personaggi che conosceremo e salveremo. Ma anche viaggiare attraverso le cinque arcipietre per le zone di Boletaria. Il Nexus è anche il simbolo della maledizione che rende immortale il nostro personaggio, la morte in Demon’s Souls non implica la fine del gioco, semplicemente abbandoniamo il nostro corpo fisico e passiamo a uno stato di “anima”, in questo status potremo comunque combattere e esplorare, ma avremo punti vita dimezzati e per compiere determinate azioni dovremo guadagnare nuovamente la nostra umanità.
Legata a doppio filo troviamo la meccanica della tendenza delle regioni e del personaggio. La tendenza può essere considerata “il karma” di ogni area e varia in base alle azioni che compiamo: più i demoni vengono sconfitti (e quindi il male viene indebolito) e più la tendenza della zona si sposterà dal neutrale al bianco. Viceversa, più volte il nostro corpo mortale cade sotto i colpi dei demoni e più NPC vengono uccisi e maggiormente la tendenza cadrà verso il nero, facendo sprofondare le regioni nella più cupa disperazione.
Il meccanismo della tendenza ha effetti immediati e tangibili nel gameplay: ad esempio, una regione bianca presenta nemici più semplici da sconfiggere (ma che allo stesso tempo rilasciano meno anime), mentre l’ago sul colore nero indica avversari più resistenti e una ricompensa di anime maggiori. Oltre a questo, alcuni eventi speciali si sbloccano solamente se la regione visitata (o la nostra anima) seguono una determinata tendenza, invitando quindi il giocatore a sperimentare per trovare ogni segreto della misteriosa Boletaria.
Ovviamente non siamo ospiti graditi di questo mondo, che ce lo farà capire in ogni modo, dalle trappole disseminate per i livelli, a strapiombi e zone popolate dei peggiori mostri possano esserci, tutto per strappare dalle ossa del giocatore la vita e condannarlo ancora una volta a ripetere la zona. Sperando di non morire subito dopo, perdendo per sempre le preziose anime accumulate fino a quel punto, utili per salire di livello e per potenziare praticamente ogni cosa nel mondo di Demon’s souls, rituale ormai collaudato a chi è abituato a questa tipologia di giochi, fonte di imprecazioni per chi è alle prime armi con questo mondo. Non siamo però soli in questo mondo crudele, tramite segni antichi potremo evocare altri giocatori per affrontare assieme le insidie del mondo di Boletaria ed essere evocati a nostra volta, come allo stesso modo potremo invadere ed essere invasi da giocatori avversari, a caccia della nostra umanità.
Dal punto di vista del gameplay, il remake introduce migliorie che rendono più contemporanea e gradevole l’esperienza di gioco, un esempio è la possibilità di rotolare in tutte e 8 le direzioni (contro le 4 della versione originale ad esempio), ma è il comparto tecnico l’elemento che porta le migliorie più grandi, dando l’agognata visione di una Next Gen che tarda ad arrivare. Nonostante l’assenza del fantomatico Ray Tracing, feature che PS5 non nasconde al suo pubblico, la gestione delle luci è impressionante come la gestione dei riflessi, il primo raggio dell’anima lanciato in un ambiente buio vi lascerà senza parole. Lo stesso si può dire dei riflessi sulle parti metalliche e sulle superfici coperte d’acqua, rendendo il mondo che affrontiamo sicuramente più realistico e appagante: ombre, effetti sonori sapientemente mixati tra l’audio che esce dalle casse del vostro televisore e dal vostro pad, quelle particolari vibrazioni rilasciate dal dualsense in determinati momenti…tutto è costruito a regola d’arte per immergere il giocatore nelle atmosfere decadenti di Demon’s Souls.
Sono due le Modalità grafiche che potrete scegliere su Demon’s Souls: la prima in 4K nativo, ma che abbassa il framerate a 30 fps, la seconda, diametralmente opposta fa girare il gioco a una risoluzione di 1440p e fa salire il framerate a 60 fps. Sinceramente le differenze grafiche sono davvero minime, dimostrazione dell’ottimo lavoro di ristrutturazione e cesellatura fatto dai ragazzi di Bluepoint studio, mentre i 60 Fps in un gioco del genere si sentono tanto, soprattutto perché migliorano la vostra esperienza di gioco, con movimenti più fluidi ed efficaci, cosa che fa la differenza tra la vita e la morte in un soul’s like.
Un altro punto a favore di questo remake è la qualità degli effetti di tesselation sulle superfici del gioco: basterà guardarvi attorno per notare la totale mancanza di texture piatte a favore di una tridimensionalità imponente. Dal terreno alle pareti di roccia, fino alle pareti dei castelli, tutto è perfettamente uniforme, cosa rara da vedere e che sottolinea le potenzialità della nuova console di casa Sony. Come accennato prima, anche il comparto sonoro è maestoso, con l’intera colonna sonora registrata ex novo in versione orchestrale, che sottolinea in maniera ancor più epica lo scontro con un boss ma soprattutto sfrutta il Tempest Engine di Playstation 5 rendendo questo gioco, in particolar modo in cuffia, un esperienza fuori dall’ordinario.
Sicuramente Demon’s Souls alla luce di tutto questo è il gioco che più mette in risalto il comparto tecnico di Ps5, nonostante la sua natura di Remake non gli abbia permesso di sfruttare alcune feature della console di Sony, come il dual sense, anche per non rischiare di cambiare il gameplay, rimasto inalterato dalla versione originale del 2009; Demon’s Souls è sicuramente un gioco spigoloso, che può scoraggiare i giocatori che si approcciano per la prima volta a questo genere, ma che allo stesso tempo può regalare tantissime soddisfazioni, una volta padroneggiate le regole del mondo che lo dominano, forse non è l’esclusiva perfetta per il lancio di una console, ma è sicuramente un gioco da non lasciarsi sfuggire, data anche la mancanza di vere e proprie esclusive per il lancio di Ps5.