Restano i “dubbi” sull'”affidabilità” di Italia viva, ma, nel corso della Direzione del Partito democratico, prima delle consultazioni al Quirinale, sono arrivati i primi segnali di riavvicinamento tra dem e renziani, pur nella richiesta di “lealtà e chiarezza”. Allo stesso tempo, Nicola Zingaretti ha chiesto al partito “il mandato sulla proposta a Mattarella di un re-incarico a Conte per dare vita ad un governo che raccolga il suo appello a un nuovo governo europeista che possa contare su ampia base parlamentare”.
“Che garanzie di affidabilità può dare Italia viva dopo aver aperto una crisi al buio e logorato il Conte bis? Da parte nostra non c’è stata né un’apertura, né una chiusura. Non do patenti di affidabilità”, ha sottolineato il vice segretario Andrea Orlando, precisando però di aspettarsi dalle forze politiche – IV compresa – che “dicano con chiarezza al capo dello Stato cosa vogliono fare, poi valuteremo”. “Il veto del M5s su Italia viva? Non è il momento dei veti, portano verso il disastro”, ha aggiunto il responsabile giustizia Pd, Walter Verini. Sulla richiesta di re-incarico per Giuseppe Conte, invece, niente dubbi, almeno per il momento, da parte del Pd: “La posizione del capogruppo al Senato Andrea Marcucci (“Sì a Conte, ma non a tutti i costi“, ndr), resta minoritaria anche nel caso mancassero i numeri? La relazione di oggi (che dà il via libera del Pd a Conte, ndr) è quella di tutto il partito, approvata all’unanimità. Non è quella della maggioranza del Pd”, ha tagliato corto Orlando.
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