Nella giornata di mercoledì a Cornaredo è schizzato a 355, a Cesano Boscone è passato in poche ore da 56 a 416. Problemi anche in altri Comuni. Era già accaduto la settimana scorsa. Poi la risoluzione e la spiegazione della Regione: "Un errore di formattazione sulle date di nascita". Pd all'attacco: "Gravissimo, ancora una volta chiediamo che ci diano i dati disaggregati"
Ancora problemi coi numeri del Covid in Regione Lombardia. Mercoledì è andato in tilt, per la seconda volta, il cosiddetto “cruscotto”, cioè la piattaforma che fornisce a sindaci e prefetti alcuni dati come il numero di positivi in ogni comune, in modo da monitorare l’andamento territoriale dell’epidemia e le quarantene dei residenti. In provincia di Milano, a Cesano Boscone il numero di positivi è passato in poche ore da 56 a 416. A Cornaredo è schizzato a 355: “Vengono ancora erroneamente conteggiati coloro che sono guariti, come da protocollo, senza il tampone negativo poiché senza sintomi e positivi da più di 21 giorni”, ha fatto notare il sindaco Yuri Santagostino. Problemi simili a Segrate, San Donato ed altri Comuni. Proprio nei giorni in cui Attilio Fontana e Letizia Moratti si ostinano a non ammettere gli errori compiuti nell’invio dei dati all’Istituto Superiore di Sanità, errori che hanno fatto finire per una settimana Regione Lombardia in zona rossa.
Il nuovo problema al cruscotto è stato risolto in giornata, ma è la seconda volta che si verifica. Diversi sindaci della provincia di Milano avevano già denunciato numeri sballati a partire dal 13 gennaio e nei giorni seguenti, proprio mentre Fontana attaccava il governo per l’assegnazione della zona rossa e preparava il suo ricorso al Tar del Lazio. Aria, la centrale acquisti della Regione che è responsabile del portale, aveva parlato di un problema in fase di risoluzione che non aveva inciso sui dati inviati a Roma, provenienti da un altro sistema informatico. Ma mercoledì di nuovo caos nei numeri. “Il problema – ha spiegato a Repubblica il direttore generale di Aria, Lorenzo Gubian – sta in un flusso di dati che possiamo definire sporchi e che può creare anomalie come quella di ieri nel cruscotto”.
Il sistema di raccolta dati, prosegue Gubian, è “collegato a più di ottanta sorgenti diverse dove convergono per esempio laboratori, Terapie intensive, pronto soccorso, i guariti delle Ats. Se uno qualsiasi di questi attori ha un problema, anche solo sul formato del dato che ci invia, questi flussi possono causare un disservizio e quei file vanno puliti e ricaricati per garantire la completezza delle informazioni”. Così i dati sballati di mercoledì dipendevano da “un errore di formattazione sulle date di nascita. Abbiamo interrotto il caricamento sul cruscotto, questo ha fatto sì che non tutti i record venissero processati, tagliando informazioni sui pazienti che in determinati casi sono ricomparsi fra i positivi”.
Il Pd attacca: “Gravissimo che questo accada mentre il presidente Fontana e la sua giunta hanno ingaggiato una battaglia politica con l’Istituto Superiore di Sanità, pur di non ammettere di aver commesso un errore”, accusa la segretaria del Pd Milano Silvia Roggiani. E il consigliere regionale Pietro Bussolati: “Da giorni ci dicono che non c’è relazione con l’errore sui dati inviati all’Istituto Superiore di Sanità, ma ciò significherebbe che sono problemi ulteriori, caos che si somma a caos. A maggior ragione, ancora una volta, chiediamo che ci diano i dati veri, grezzi e disaggregati, che si ostinano a tenere riservati: è per non far emergere ulteriori magagne?”.