Adesso si passa alla trattativa privata, che avverrà il 5 febbraio. La sovrapposizione delle due emittenti sugli stessi pacchetti però complica la strada per il bando tradizionale. Potrebbe essere prevista anche un’integrazione, proprio per rimettere in gioco chi magari fin qui ha aspettato, come la stessa Amazon. A questo punto, però, prende ulteriormente corpo l’ipotesi del canale della Lega
Aperte le buste, la Serie A ha scoperto che dentro non c’era poi molto: per trasmettere il calcio in tv ci sono le solite offerte di Sky (basse) e Dazn (più interessanti), più Discovery (cioè Eurosport) che ad ogni tornata senza troppe ambizioni ribadisce la sua presenza simbolica. Siamo ancora lontani dal miliardo a stagione che serve ai presidenti, ma questo non è una sorpresa, perché al primo giro d’asta era difficile andasse diversamente. La notizia, semmai, è che la tanto attesa, chiacchierata, evocata rivoluzione di Amazon non c’è stata: il colosso di Bezos non si è nemmeno presentato.
Questo significa che per il momento la Serie A interessa a soli tre operatori della comunicazione. Pochini, a dire il vero. Ma il mercato è quello che è, e il campionato italiano (vecchio, con i soliti problemi di sempre e ora pure senza tifosi, che tolgono spettacolo alle partite) pure. Il bando per ora dice che i diritti tv per il triennio 2021-2024 dovrebbe essere una sfida tra Sky e Dazn: le due emittenti, che nell’ultimo triennio si erano spartite i match con la formula del 7+3 senza grande rivalità, adesso sembrano entrare in vera concorrenza. Hanno presentato offerte per gli stessi pacchetti: quello full online (che però Sky non può avere per effetto della sentenza del Consiglio di Stato), le 7 partite in esclusiva e poi, soprattutto, la produzione del Canale della Lega (ma questa è un’altra storia). Le prime indiscrezioni (le cifre fin qui sono segrete: le conoscono solo il notaio, l’amministratore della Lega Luigi De Siervo e i diretti interessati) danno Dazn (per cui negli scorsi giorni si era parlato di colloqui per una partnership con Tim) addirittura davanti a Sky. Quanto ad Amazon si è verificato quello che in realtà un po’ tutti pensavano ma rifiutavano di ammettere: il bando, semplicemente, non era tagliato per le esigenze dell’azienda, che fin qui nel pallone ha sempre puntato sull’evento singolo (come la partita del mercoledì di Champions, appena comprata per i prossimi tre anni). Mentre la Serie A chiedeva un impegno maggiore, più strutturato, per non stravolgere la propria strategia (e anche le abitudini del tifoso, che allora sarebbe stato costretto al triplo abbonamento).
Adesso si passa alla trattativa privata, che avverrà in un unico giorno, il 5 febbraio. La sovrapposizione di Sky e Dazn sugli stessi pacchetti però complica la strada per il bando tradizionale: difficile chiudere il cerchio su una delle due formule (piattaforma o prodotto). Potrebbe essere prevista anche un’integrazione, proprio per rimettere in gioco chi magari fin qui ha aspettato, come la stessa Amazon. A questo punto, però, prende ulteriormente corpo l’ipotesi del canale della Lega: il piano per cui la Serie A diventa editore di se stessa, produce le partite e le rivende a vari operatori che le trasmettono su diverse piattaforme. Anche qui però la Lega cerca un partner e la notizia è che potrebbe essere il solito di sempre: pare (non è ufficiale: per questo bando le buste sono ancora sigillate) che sia Sky che Dazn abbiano presentato un’offerta per diventare produttori insieme alla Lega del Canale. Ci sarebbe un’offerta anche degli spagnoli di MediaPro, che però dopo l’esperienza tragicomica in Francia (se ne sono andati senza pagare) sembrano fuori dai giochi. Prima la trattativa privata per la distribuzione tradizionale, se non dovesse andare in porto a quel punto si comincerà a parlare del canale. Certo, per fare il canale della Serie A con chi la Serie A l’ha trasmessa nell’ultimo decennio bisogna superare diversi ostacoli (lo stesso ad De Siervo ha parlato di “profili di criticità” che richiedono grande attenzione e verifiche legate all’Antitrust). Ma tutte le parti ci pensano seriamente. Una rivoluzione, che potrebbe anche essere meno rivoluzionaria del previsto per il tifoso.