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Sanremo 2021, Amadeus ribadisce: “Il pubblico deve esserci. Per il Festival l’Ariston è uno studio televisivo”

La questione divide il mondo politico che, nel pieno della crisi e con le consultazioni in corso al Quirinale, si spacca. Da una parte la Lega si schiera a favore della presenza del pubblico ma non in qualità di figuranti; dall'altra il Partito Democratico che fa muro attorno ai ministri Franceschini e Speranza ribadendo la sua contrarietà. Forza Italia, invece, auspica un rinvio

Amadeus non intende fare dietrofront sulla presenza di un pubblico di figuranti al Festival di Sanremo 2021. Il direttore artistico e conduttore della kermesse avrebbe esposto con chiarezza durante un incontro a Viale Mazzini con il direttore di Rai1, Stefano Coletta (l’ad Fabrizio Salini era impegnato nel Cda Rai, ndr), la sua posizione ribadendo – a quanto apprende l’Adnkronos da ambienti ben informati – che rimane sulle convinzioni già espresse nelle scorse settimane. Quindi, non solo che non intende condurre il Festival davanti ad una sala vuota (concetto ribadito più volte da diversi mesi a questa parte); ma anche che il Teatro Ariston è considerato da tutta la squadra che lavora al Festival uno studio televisivo, tanto che la platea è stata completamente smontata per adattarla al necessario distanziamento dell’orchestra e del pubblico di figuranti. Concetto, quest’ultimo, che è cruciale per l’interpretazione del Dpcm e, di conseguenza, per stabilire le misure che vi si applicano, come è stato più volte nei giorni scorsi sottolineato dalla Rai.

Il nodo della presenza del pubblico all’Ariston per il Festival di Sanremo è infatti legato alle disposizioni in vigore: i teatri sono chiusi, ma la presenza di pubblico è ammessa negli studi televisivi, “in quanto alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perchè la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento ‘coreografico’ o comunque strettamente funzionale alla trasmissione”, ferme restando le norme di distanziamento, come si legge nelle Faq sul sito di Palazzo Chigi. La linea della Rai è quindi quella di considerare a tutti gli effetti, per le giornate del Festival, l’Ariston come uno studio che ospita “un programma tv seriale”, come ha spiegato anche il direttore di Rai1 Stefano Coletta. Solo in questo caso sarebbe ammessa la presenza di pubblico (comparse, figuranti, ospiti), come prevede la risposta alla domanda pubblicata nelle Faq.

L’incontro tra Amadeus e Rai 1 si è dunque concluso in maniera interlocutoria, nel senso che il conduttore ha comunicato di voler attendere le decisioni del Cts sul protocollo di sicurezza di Fimi, attese domani, per trarne una conclusione definitiva. La questione è quindi ancora tutta aperta, dopo che questa mattina un tweet del ministro Dario Franceschini ha rilanciato un dibattito che sembrava ormai archiviato, ponendo di fatto il veto alla presenza di qualsiasi forma di pubblico a Sanremo e scatenando la dura reazione di Amadeus. Una linea sposata anche dal ministro della Salute Roberto Speranza, che in una lettera al Cts ha ribadito come non sia ammesso il pubblico a nessuno spettacolo.

“Governo caduto, ristori non approvati, recovery in alto mare, mancanza di vaccini, economia a pezzi e vedo ministri importanti, giornalisti importanti, parlare solo di Sanremo e figuranti. Ora capisco perché un grande Paese come il nostro è a rotoli. Inadeguati“, è stato il commento amaro di Lucio Presta, manager di Amadeus, in un tweet pubblicato questa mattina all’alba, prima che sul tema si esprimesse il ministro Franceschini. In queste ore, nelle quali si susseguono i rumors che vorrebbero il conduttore pronto a lasciare la direzione artistica del Festival di Sanremo se non fosse possibile immaginare neanche un pubblico di figuranti, il manager ha ricondiviso alcuni cinguettii che riportano la notizia, senza commentare.

La questione divide il mondo politico che, nel pieno della crisi e con le consultazioni in corso al Quirinale, si spacca. Da una parte la Lega si schiera a favore della presenza del pubblico ma non in qualità di figuranti; dall’altra il Partito Democratico che fa muro attorno ai ministri Franceschini e Speranza ribadendo la sua contrarietà. “Il Festival di Sanremo con i figuranti è una cosa impensabile, va fatto e anche con il pubblico, seguendo le regole di sicurezza necessarie. Musicisti e cantanti devono potersi esibire davanti a un pubblico vero, come tutti gli artisti delle compagnie teatrali, cosa che abbiamo già chiesto ripetutamente al governo. Sanremo sia lo spunto per dare il via a soluzioni condivise per le riaperture in sicurezza. Basta con assurdi stop“, si legge in una nota a firma della la senatrice Lucia Borgonzoni, responsabile del dipartimento cultura della Lega, e del deputato Alessandro Morelli, capogruppo della Lega in Vigilanza Rai. Di tutt’altro avviso il Pd: “Si metta l’anima in pace Amadeus. Le sue minacce di lasciare la conduzione del Festival se non dovesse essere consentito al pubblico di partecipare sono davvero fuori luogo”, ha detto Michele Bordo ricordando che “l’Ariston di Sanremo non gode di trattamenti speciali. Se ci saranno nelle prossime settimane le condizioni sanitarie per riaprire i teatri, le nuove regole varranno per tutti”, ha concluso il vicecapogruppo dem alla Camera, e componente della Vigilanza Rai.

Nel mezzo Forza Italia, che auspica un rinvio del Festival di Sanremo e invoca tutele per l’evento, invitando a dare priorità ai posti di lavoro e all’indotto creati dalla kermesse, come hanno sottolineato i forzisti Giorgio Mulè, Maurizio Gasparri e Alessandra Gallone. “Un Festival da celebrare a tutti i costi all’inizio di marzo avrebbe effetti deleteri sulla provincia di Imperia e sull’intera Liguria. Prevedere infatti di celebrare il Festival al Teatro Ariston con alcuni figuranti e privando quindi la città e il territorio di quell’indotto straordinario che genera il Festival, significherebbe mettere in pratica un atto di egoismo da considerarsi irricevibile. Si raccolga dunque l’invito a rinviare almeno a dopo le festività di Pasqua la celebrazione del Festival affinché possa diventare un’occasione di ripartenza e di rilancio per l’intero Paese”, è la posizione di Giorgio Mulè, deputato e capogruppo di Forza Italia in Commissione di Vigilanza Rai.

A puntare l’attenzione sulle conseguenze economiche di un’eventuale cancellazione del Festival è anche il sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri: “La mancata realizzazione del Festival e la reiterata chiusura del Casinò, dopo un 2020 economicamente devastante, porterebbe un minor introito alle casse comunali da portare il Comune al default, richiedendo l’intervento prefettizio sulla gestione ordinaria – ha spiegato -. L’eventuale annullamento – aggiunge – avrebbe gravi ripercussioni sugli alberghi, con molti gia’ provati da un anno di crisi che sarebbero costretti a chiudere. Auspico che tutte le istituzioni affrontino con coscienza ogni problematica propedeutica al regolare svolgimento del Festival nel rispetto dei protocolli sanitari”.