Dopo cinque anni, Toyota torna in cima alla classifica mondiale dei costruttori. Nel 2020 la casa giapponese, pur registrando una contrazione delle vendite dell’11%, ha raggiunto quota 9,53 milioni di veicoli (comprese Daihatsu e Hino Motors), contro i 9,31 del gruppo Volkswagen (comprese Scania e MAN), il cui calo è stato invece del 15%. Al terzo posto i franco-nipponici di Renault-Nissan, le cui vendite sono in flessione del 23,2% ma hanno comunque raggiunto quota 7,8 milioni.

La partita, a ben vedere, è stata decisa dal diverso grado di esposizione dei vari marchi a mercati colpiti più duramente dai lockdown per il Coronavirus. Esposizione che evidentemente è stata più grande nel vecchio continente per il gruppo tedesco, che qui ha anche parecchie fabbriche e ha dovuto fare i conti con la più consistente battuta d’arresto del mercato europeo nell’ultimo decennio: -24%.

Toyota invece ha beneficiato del minore calo del mercato Usa (-15%, nonostante il grande impatto del Covid), dove è presente in forze, e dell’aumento del suo fatturato (+10%) in Cina, paese tra i primi a riprendersi dall’emergenza sanitaria. Malgrado la quale, spiega in un comunicato, “Toyota è stata in grado di implementare adeguate misure aziendali per la prevenzione del virus, con la collaborazione dei propri fornitori e della vasta rete di concessionari”. Anche se, in perfetto stile giapponese, ha anche fatto sapere che “il focus non è sul posto occupato nel ranking, ma sui nostri clienti“.

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