“C’è stata l’emissione di un provvedimento da parte della Procura della Repubblica. L’abbiamo saputo e ci siamo presentati”. L’avvocato Flavio Moccia, che assieme al collega Angelo Polo assiste Benno Neumaier, conferma le modalità che hanno portato al fermo del trentenne figlio della coppia scomparsa a Bolzano il 4 gennaio scorso. Adesso è formalmente accusato di duplice omicidio volontario, aggravato dal legame di parentale con le vittime, e di occultamento di cadavere. Anche se i due corpi non sono stati ancora trovati nell’Adige dove li si sta cercando da più di tre settimane.
Tutto è avvenuto nella serata di giovedì 28 gennaio. La Procura aveva preparato un provvedimento di fermo raccogliendo tutti gli elementi a carico del giovane e si stava preparando alla notifica. Probabilmente lo avrebbe fatto il giorno successivo. I difensori ne sono venuti a conoscenza e contestualmente hanno provveduto a portare Benno nella caserma dei carabinieri. “Ma non c’è stata alcuna confessione”, precisa l’avvocato Moccia, che era amico dei due coniugi. “Assolutamente, Benno non ha confessato”. Adesso si trova in carcere, in attesa dell’esame da parte del giudice delle indagini preliminari delle prove contenute in provvedimento di una cinquantina di pagine scritto dalla Procura.
Quindi Benno non si è costituito autonomamente. Lo ha fatto solo perché sapeva che i carabinieri sarebbero andati a prenderlo. Il fatto che non abbia confessato, come sostiene il suo difensore, dimostra che il ragazzo non si arrende. E continua nella linea che ha seguito in queste settimane. Non a caso i suoi difensori fino a poche ora prima avevano dichiarato: “E’ sereno perché sa di non essere responsabile della sparizione dei genitori, ma è turbato dal clamore mediatico colpevolista nei suoi confronti”.
L’annuncio del procuratore della Repubblica di Bolzano, Giancarlo Bramante, è stato dato di buon mattino, con una laconica nota ufficiale. “Si comunica che a seguito di alcuni recenti elementi acquisiti nel corso delle indagini, nella tarda serata del 28 gennaio la Procura ha fermato Neumair Benno quale indiziato dei delitti di duplice omicidio ed occultamento dei cadaveri di Neumair Peter e Perselli Laura”. Poi una precisazione tecnica. “Nei termini processuali previsti verrà richiesta la convalida del fermo al giudice per le indagini preliminari. A tutela delle indagini e del diritto di difesa allo stato non possono essere comunicate ulteriori informazioni”. Per capire quale posizione assumerà l’indagato, bisogna attendere che i suoi difensori leggano il provvedimento di fermo, con tutti gli elementi che esso contiene, a partire dagli esiti delle analisi del Ris, che potrebbero essersi rivelati decisivi nella decisione adottata dalla Procura.
Intanto continua le ricerche dei due corpi lungo il fiume Adige, dove secondo chi indaga sono stati gettati: ieri i vigili del fuoco, su disposizione degli inquirenti, hanno simulato la caduta di un corpo a peso morto dal ponte di Vadena, all’altezza della discarica, ipotizzando che proprio in quel punto l’indagato Benno Neumair possa aver gettato nel fiume Adige i suoi genitori. Un manichino zavorrato, cioè dal peso di una persona adulta, è stato fatto cadere nel fiume, in modo da osservare per quanti metri possa venire trasportato dalla corrente. Una simulazione che dovrebbe aiutare gli inquirenti a cercare con maggior precisione i due coniugi.