I positivi al coronavirus dopo il veglione del 29 dicembre a Castelverde inizialmente erano due. Poi sono passati a 29 in due settimane e aumentati ancora. La sindaca Graziella Locci: "Se non ci si assume le proprie responsabilità, non si esce dalla pandemia"
Una festa vietata. Un veglione anticipato al 29 dicembre, così da eludere le regole più stringenti in vigore il 31 e il primo gennaio. Risultato: un focolaio che conta ad oggi 43 contagiati dal Covid, tra famigliari e amici di chi aveva partecipato alla serata, e una vittima. Succede a Castelverde, paese di quasi 6mila abitanti alle porte di Cremona. “L’episodio della festa a Marzalengo (frazione di Castelverde, ndr), che, tra l’altro, da fonti certe, non è stato un caso isolato – commenta la sindaca Graziella Locci – dimostra come per qualcuno non ci sia ancora la piena consapevolezza di ciò che stiamo vivendo. Il desiderio di aggregazione e di trasgredire le regole in questo caso altera la percezione della realtà. Per alcuni non è chiaro che fare i furbi, adesso, danneggia tutti”. Dice ancora Locci: “In paese girava voce che qualcuno criticasse chi si era recato a fare il tampone per verificare la positività”.
I positivi al coronavirus dopo il party ‘abusivo’ erano inizialmente erano due. Poi si è registrata una sorta di prima ondata, e gli infettati sono passati a 29 in due settimane. Di seguito una seconda tranche di positivi, con il cluster che si allarga fino ad arrivare a 43 contagiati. A questo, sottolinea la sindaca, “si aggiungono segnalazioni di persone che non rispetterebbero la quarantena”. Tuttavia Locci spera “che questo spiacevole episodio sia da monito per tutti i cittadini. È faticoso rinunciare ai momenti di aggregazione – pranzi e cene in compagnia, aperitivi, giochi per i bambini – ma dobbiamo farlo per il bene di tutti e in particolare della nostra comunità”. Se ognuno di noi non si assume le proprie responsabilità, “non usciremo mai da questa pandemia”. Quanto avvenuto a fine dicembre ha anche contribuito a muovere false accuse a persone che in realtà non hanno partecipato alla festa. “Un ragazzo si è rivolto a me sentendosi accusato per un lutto avvenuto in famiglia – continua la sindaca -. Il nonno, con patologie pregresse, è morto dopo essersi contagiato, ma il giovane non solo non aveva preso parte alla serata ma era negativo al tampone”.
Sul rispetto delle norme e in merito all’osservanza dei divieti, il Comune in questi mesi ha sempre sollecitato e responsabilizzato la cittadinanza. E tante sono state le iniziative messe in campo al fine di dare un aiuto a chi è in difficoltà. Prime fra tutte: i volontari del paese messi a disposizione per l’acquisto di farmaci e generi di prima necessità e i mezzi dell’amministrazione comunale dedicati a trasportare i malati che necessitavano di visite o esami presso l’ospedale di Cremona.