Sventato il trasferimento in Germania del centro di ricerca di Italcementi, che era stato annunciato dal gruppo Heidelberg Cement a cui dal 2016 fa capo la maggioranza dell’azienda italiana. “Il nostro pressing e le mobilitazioni dei lavoratori hanno raggiunto un doppio obiettivo, tenere in Italia questa eccellenza del cemento e al tempo stesso rafforzarla, ponendola al centro di una intensa attività di ricerca”, scrivono i sindacati Feneal, Filca, Fillea. “L’accordo con Italcementi prevede attività di ricerca e sviluppo sui prodotti ‘green’, la possibilità di attivare nuovi progetti di ricerca finanziati, grazie alla sinergia con le Regioni e il Mise e viste anche le potenzialità offerte dal Recovery Plan, e un network di collaborazioni universitarie, start-up, iniziative di ricerca, che veda al centro Italcementi”.

Le parti si incontreranno entro 30 giorni per il via libera definitivo, mentre martedì 2 febbraio si svolgeranno assemblee sindacali in tutti gli stabilimenti per illustrare ai lavoratori i termini dell’accordo. Oltre al centro di ricerca di Bergamo Italcementi in Italia ha 6 cementerie a ciclo completo, 1 per i prodotti speciali, 6 centri di macinazione per un totale di circa 2.500 dipendenti.

“L’attività di ricerca – proseguono Feneal, Filca e Fillea – comporta il coinvolgimento di un adeguato numero di lavoratori, con l’obiettivo di realizzare almeno 15 mila ore di ricerca all’anno, e destinando l’1% del risultato aziendale annuo a iniziative e investimenti di ricerca e innovazione. Inoltre per i laboratori di Bergamo c’è l’impegno di Italcementi a mantenere e implementare le attività di prove e materiali per la definizione degli standard di settore, e a conservare la proprietà dei brevetti sviluppati dai laboratori nazionali, a partire da ‘Rigenera’ e da quelli sui prodotti solfo-alluminosi”.

L’annuncio dello smantellamento del centro di ricerca lombardo aveva provocato la dura reazione dei sindacati e dei lavoratori, che avevano inviato una lettera aperta all’amministratore delegato del Gruppo Heidelberg, Dominik Von Acthen, lanciato un appello al premier Conte e al ministro dello Sviluppo Patuanelli, e organizzato una mobilitazione l’8 gennaio scorso, con un presidio davanti al centro di ricerca.

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