Nel nuovo appuntamento di MillenniuM Live, introdotto da Mario Portanova, hanno dialogato Giuseppe De Nicolao (docente del Dipartimento di Ingegneria industriale e dell’informazione – Università di Pavia – Roars), Gaetano Salina (fisico delle Reti complesse e neurali presso l’Istituto nazionale di Fisica nucleare) e Laura Margottini (giornalista scientifica).
In particolare il professor De Nicolao ha raccontato come già lo scorso mese di maggio avesse individuato un “magheggio” nei dati forniti dalla regione Lombardia. Il professore, osservando i rapporti dell’Istituto Superiore di Sanità, i dati lombardi erano cambiati in maniera sostanziale nel corso del mese. Confrontando i due rapporti ha scoperto che la regione Lombardia aveva incrementato in maniera sensibile il numero di pazienti per cui era disponibile la data di inizio sintomi. Come se in un determinato momento, per rispondere a una sollecitazione esterna, il dato fosse stato aggiunto in maniera retroattiva, anche di diverse settimane.
“In questi giorni abbiamo capito quale è stato il meccanismo, ci sono diverse piattaforme per l’inserimento dei dati – spiega ancora il professor De Nicolao -. Alcune di queste non permettono di caricare il dato se non si mette la data di inizio sintomi. E non è detto che la data di inizio sintomi sia sempre nota (ad esempio se non ho intervistato bene il paziente, o perché è già in rianimazione o per mille altre ragioni) e può essere non disponibile, tant’è che molte regioni hanno una percentuale di pazienti con data di inizio sintomi sensibilmente più bassa del totale dei casi. Quindi, almeno una di queste piattaforme lombarde non permette di caricare il dato se non inserisco la data di inizio sintomi, il che significa che se io non la ho me la invento. In quei giorni di maggio Gallera si vantava di essere una delle ragioni che forniva la percentuale più alta di pazienti con data di inizio sintomi. Ma il diavolo fa le pentole ma non il coperchio: cosa succede? Quando si chiudono i casi si scopre che ci sono molti pazienti che avevano una data di inizio sintomi ma che risultano asintomatici. Evidentemente erano quei pazienti caricati con dati forzati. Nel momento in cui questi pazienti devono essere chiusi l’Istituto superiore di sanità pensa che siano stati caricati per sbaglio e li toglie. Quindi in un certo momento i pazienti Lombardi sono tantissimi, poi calano improvvisamente. Questa continua ondata tra chiusure e riaperture ha causato l’impennata fittizia dell’RT, la Lombardia è rimasta vittima della sua gestione negligente dei dati”.
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