Il presidente della Repubblica parla al Paese alla fine delle consultazioni: “Emersa la prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente. Questa possibilità va peraltro doverosamente verificata”. Poi la convocazione del presidente della Camera al Colle e l'incarico esplorativo: nei prossimi giorni incontrerà Pd, M5s, Leu e Italia viva
Per provare a uscire dalla crisi politica, il presidente della Repubblica ha affidato un incarico esplorativo a Roberto Fico. Il presidente della Camera dovrà verificare se è possibile ripartire da una maggioranza di governo identica all’attuale: dunque composta dal M5s, dal Pd, da Leu e pure da Italia viva. Visto che la posizione comunicata al Colle dai primi tre partiti è praticamente identica – un terzo incarico a Giuseppe Conte – vuol dire che Fico dovrà andare a vedere le carte in mano alla quarta forza politica, cioè la stessa che ha provocato la crisi. E dovrà farlo tra sabato pomeriggio e martedì 2 febbraio, quando è atteso di nuovo al Quirinale per riferire a Sergio Mattarella il risultato dei suoi colloqui. Un tempo più lungo rispetto a quello preventivato alla vigilia, ma d’altra parte il percorso è tutt’altro che privo di mine. E Matteo Renzi sta giocando una partita di poker in cui a ogni giro alza la posta.
Niente veti da M5s, aperture da Italia viva: la giornata – Certo l’incarico a Fico arriva alla fine di una giornata segnata dalle aperture dei 5 stelle, che nel colloquio al Colle non hanno posto veti su Italia viva. A Vito Crimi ha risposto il renziano Ettore Rosato: “Se ci confrontiamo con molta schiettezza – si è spinto a dire – può nascere un governo più forte di prima“. Sarà dunque possibile ripartire dalla stessa alleanza? Se sì su quali termini? Che condizioni avanzerà Italia viva? E il capo dello Stato potrà alla fine affidare a Conte un nuovo incarico per formare un esecutivo? Per avere risposta a queste domande Mattarella ha optato per la soluzione dell’incarico esplorativo. La decisione del Colle, che in questa fase ha preferito non reincaricare subito il premier dimissionario, matura intorno alle ore 19, quando Mattarella parla al Paese per spiegare che durante tre giorni di consultazioni – nel dettaglio “in queste trentadue ore”, specifica il presidente – è “emersa la prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente“. Questa possibilità, ha aggiunto il presidente “va peraltro doverosamente verificata“. E dunque per verificarla serve un mandato esplorativo al presidente di Montecitorio, come era stato ipotizzato già nelle scorse ore.
Fico esploratore per un nuova vecchia maggioranza – Convocato al Colle alle 19 e 30, Fico si è intrattenuto con Mattarella per una ventina di minuti. Poi è stato il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, ad annunciare che il presidente della Repubblica “ha affidato il compito di verificare una maggioranza politica” alla terza carica dello Stato. Quindi è comparso Fico, che ha ringraziato il presidente “per la fiducia”, spiegando che il suo incarico esplorativo è “volto a verificare la prospettiva di una maggioranza parlamentare a partire dai gruppi che sostenevano il precedente governo”. Per questo motivo nei prossimi giorni sarà “impegnato nel confronto con gli esponenti di queste forze politiche. Il momento è molto delicato per il Paese, siamo chiamati ad affrontarlo con la massima responsabilità per dare risposte urgenti che i cittadini attendono”.
Mattarella: “Serve un governo solido, presto” – Una riferimento – quello sul “momento delicato del Paese” – che è una citazione del discorso tenuto da Mattarella poco prima. “L’Italia, come tutti i Paesi di ogni parte del mondo, sta affrontando nuove, pericolose, offensive della pandemia, da sconfiggere con una diffusa, decisiva campagna di vaccinazione. A questa emergenza, si aggiungono una pesante crisi sociale, con tanti nostri concittadini in grave difficoltà, e pesanti conseguenze per la nostra economia. Queste ulteriori emergenze possono essere fronteggiate soltanto attraverso l’utilizzo, rapido ed efficace, delle grandi risorse, predisposte dall’Unione Europea“, è l’incipit scelto dal capo dello Stato nel suo discorso al Paese alla fine del primo giro di consultazioni. Il presidente della Repubblica, non è un mistero, ha gradito molto poco l’esplosione di una crisi politica in piena pandemia. Per questo motivo, ha aggiunto, “è doveroso dar vita presto a un governo con un adeguato sostegno parlamentare” in un “momento così decisivo”. E visto che il Movimento 5 stelle, il Pd, Leu e gli Europeisti hanno chiesto un reincarico per Giuseppe Conte, il capo dello Stato ha spiegato che c’è la “prospettiva di una maggioranza politica composta a partire dai gruppi che sostenevano il governo precedente“. Ma è una prospettiva che va “peraltro, doverosamente, verificata nella sua concreta praticabilità“. È quello che dovrà fare Fico.
Il mandato esplorativo e il precedente del 2018 – Italia viva, che ha provocato questa crisi politica, ha detto al capo dello Stato di essere contraria a un incarico immediato per Conte. Renzi avrebbe voluto prima un mandato esplorativo per una personalità diversa, per capire se le altre forze di governo avrebbero riammesso – e a quali condizioni – il suo piccolo partito in maggioranza. Vuol dire che in caso di immediato reincarico al premier dimissionario i renziani non si sarebbero neanche seduti al tavolo. “A questo scopo adotterò – con immediatezza – un’iniziativa”, ha detto Mattarella alla fine del suo intervento. L’incognita su quale fosse quell’iniziativa è durata solo qualche minuto. Subito dopo ecco la convocazione di Fico al Colle, il colloquio col capo dello Stato e poi l’annuncio del mandato esplorativo. Grillino di rito progressista, toccherà alla terza carica dello Stato sondare se ci sono i margini di manovra per riammettere i renziani nella maggioranza composta da Pd-M5s e Leu. E quali condizioni i renziani avanzeranno per sostenere un nuovo governo Conte. Per Fico si tratta del secondo incarico esplorativo: già durante la lunghissima crisi del 2018 fu incaricato di verificare una possibile alleanza tra il Pd e i 5 stelle. All’epoca l’interlocuzione tra grillini e dem fu avviata: Fico incontrò l’allora segretario reggente Maurizio Martina è andò al Colle per comunicare il buon esito dell’iniziativa. Che però venne subito interrotta dal boicottaggio di Renzi: l’ex segretario del Pd andò in tv per spiegare che i gruppi parlamentari – eletti sulla base di liste stilate dalla sua segreteria – non avrebbero mai votato la fiducia a un governo coi 5 stelle. Quasi due anni dopo l’esito del delicato incarico affidato a Fico dipenderà di nuovo dalla posizione del senatore di Rignano.