Furono oltre due le tonnellate che la sera del 30 dicembre 2019 si staccarono dalla volta della galleria Bertè, sulla autostrada A26 Genova Voltri-Alessandria, gestita da Aspi. Solo per caso le lastre di cemento non colpirono le auto in transito sulle tre corsie. Ora per il crollo ci sono 21 persone indagate, tra cui Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia. Castellucci era finito agli arresti domiciliari l’11 novembre scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Genova sulla mancata manutenzione delle barriere fonoassorbenti, ma il tribunale del Riesame li ha revocati e ha invece disposto l’interdizione per il manager. A dare notizia del numero complessivo degli indagati è la relazione letta dal pg della Corte d’appello di Genova Roberto Aniello nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Fino ad ora erano trapelati i nomi di Castellucci e di altri ex alti dirigenti dell’azienda, l’ex capo delle manutenzioni Michele Donferri Mitelli e l’ex direttore delle operazioni centrali di Aspi, Paolo Berti.

Il reato ipotizzato è crollo di costruzioni colposo e attentato alla sicurezza dei trasporti. L’apertura di un fascicolo era partita con il sequestro delle macerie e dell’ondulina finite sul sito autostradale e dall’ acquisizione della relazione effettuata dalla Polstrada il 31 dicembre, giorno del crollo. La procura aveva anche acquisito le relazioni degli ispettori della Spea, la società di Progettazioni edili Autostradali del gruppo Atlantia che si era occupata delle manutenzioni per conto di Aspi. Spea aveva provveduto a sospendere due tecnici che avevano ispezionato con esiti secondo loro ‘rassicuranti’ la galleria poco prima del crollo. La galleria rimase chiusa a lungo contribuendo ad aumentare i disagi al traffico.

“Le indagini per il crollo del Morandi – ha detto Aniello – proseguono con l’incidente probatorio che a breve inizierà nella tensostruttura installata nel cortile del tribunale”. Nel corso di quella indagine sono emersi altri reati, in particolare in relazione alle barriere fonoassorbenti, per le quali sono state emesse misure cautelari nei confronti degli ex vertici di Aspi per frode nelle pubbliche forniture, e reati relativi al crollo della galleria sulla A26, per cui ora sono indagati in 21, appunto.

“Purtroppo – ha proseguito il pg generale – la rete autostradale e stradale della Liguria è frequentemente interessata da queste vicende, con conseguenti indagini per il reato di disastro colposo“. Oltre al crollo della galleria Bertè, il pg ha ricordato il crollo del viadotto Madonna del Monte sull’autostrada Savona-Torino, su cui indaga la Procura di Savona che ha chiesto l’archiviazione, e il crollo del ponte di Albiano Magra, per il quale sta procedendo la Procura di Massa.

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