Un “miracolo organizzativo“, realizzato con una “tempistica da record” in un territorio “difficile e complesso come la Calabria“. Per Beniamino Calabrese, procuratore generale della Corte d’appello di Catanzaro, la nuova aula bunker costruita in 5 mesi a Lamezia Terme per ospitare il maxi processo “Rinascita-Scott” è la dimostrazione di come le istituzioni “funzionino al meglio” quando c’è “sinergia, comunione di intenti e superiori interessi condivisi”. Lo ha detto durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2021 che si è svolta proprio nella struttura alla presenza del guardasigilli Alfonso Bonafede. Un appuntamento di grande significato simbolico per la Regione, come ha rimarcato il pg, aggiungendo che per “rendere operativa una struttura giudiziaria che fosse in grado, in brevissimo tempo ed in tempo di Covid-19, di ospitare un maxi-processo” è stata necessaria la collaborazione tra il procuratore distrettuale, l’Ordine degli avvocati, la prefettura di Catanzaro e le forze dell’ordine, a cui è seguita la “pronta risposta del ministro della Giustizia e dei vertici operativi del Ministero”. Calabrese ha quindi approfittato dell’occasione per rivendicare “di appartenere a un pezzo di Stato che ha dimostrato di essere efficiente in questa complicata Terra di Calabria”.

L’aula bunker sorge a Lamezia Terme presso l’area ex Sir della Regione e ha una capienza di 947 posti (tenendo conto del distanziamento sociale imposto dal coronavirus), di cui 428 sono riservati agli avvocati, 253 agli imputati a piede libero, 68 agli imputati detenuti e 198 sono a disposizione del pubblico e delle parti civili. Per la sua realizzazione il ministero della Giustizia, che ha indicato nel commissario all’emergenza Domenico Arcuri il ruolo di soggetto attuatore per la progettazione, l’esecuzione dei lavori e il collaudo, ha stanziato 4,7 milioni di euro di risorse. Parallelamente è stato rafforzato l’organico del Distretto della corte d’Appello di Catanzaro, con 150 assunzioni di personale amministrativo da giugno 2018 a oggi e 14 magistrati in più. Il 24 luglio scorso la Regione ha poi sottoscritto con lo Stato il Contratto di concessione in comodato d’uso gratuito per tre anni dell’immobile. Il maxi-processo Rinascita Scott, frutto delle inchieste contro la ‘ndrangheta della procura guidata da Nicola Gratteri, è iniziato a gennaio 2021 negli stessi scranni dove oggi hanno sfilato i vertici della Corte d’appello di Catanzaro e del ministero.

Nel corso dell’evento ha preso infatti la parola anche il guardasigilli Bonafede, la cui partecipazione era stata messa in dubbio a causa della crisi di governo. “Nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è previsto lo stanziamento di 470 milioni per l’edilizia giudiziaria. La particolare attenzione rivolta dal Ministero a questo tema è testimoniata anche dalla realizzazione, in 5 mesi, di questa Aula bunker, con la fondamentale collaborazione dei componenti della Conferenza permanente, del Commissario Arcuri, della Regione Calabria e dell’Agenzia del Demanio, che ringrazio”, ha detto in Aula, rivendicando le risorse stanziate nel corso del 2020 per gli apparati giudiziari. Poi ha affrontato il tema della mafia: “A livello internazionale, in occasione del ventesimo anniversario della Convenzione di Palermo contro la criminalità organizzata transnazionale, nata da un’intuizione di Giovanni Falcone, l’Italia si è confermata Paese guida nelle politiche di contrasto alle mafie promuovendo due importanti risoluzioni approvate dalla conferenza degli Stati Parte”. Un impegno che deve andare avanti e che assume ulteriore significato nel contesto in cui viene inaugurato il nuovo anno giudiziario.

La realizzazione dell’aula bunker è “un messaggio di democrazia e di forza dello Stato nel territorio”, ha aggiunto il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro, Domenico Introcaso. Uno Stato “capace di realizzare” in “un semestre” una struttura “destinata alla celebrazione dei processi di criminalità nel Distretto di Catanzaro”, e che ha permesso di evitare la “necessità di emigrare“. Il successo è stato possibile solo grazie alle “iniziative e sollecitudini distrettuali della Corte, degli avvocati, dei politici”, così come del “determinante impegno del procuratore distrettuale Gratteri” e dell’intervento “decisivo del ministro di Giustizia Alfonso Bonafede, che ha voluto quest’opera nella prospettiva e nella lettura” di “luogo di relazioni sociali” e “di messaggio ai cittadini e alla comunità nazionale come impegno nella lotta alla criminalità“.

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