La Coima di Manfredi Catella ha comunicato che riqualificherà il ponte su via Melchiorre Gioia rendendolo una "serra della biodiversità" a servizio della città solo se il Comune darà via libera, in base a una legge regionale, all'aumento delle cubature per l'edificio che ospitava gli uffici urbanistici del Comune
Riqualificazione del Pirellino, ceduto nel 2019 in un’asta record con 85 rilanci alla Coima che ora in forza della legge regionale sulla rigenerazione urbana ha chiesto al Comune di Milano di poterne aumentare le volumetrie. Costruzione di una nuova torre residenziale simile al Bosco verticale all’estremità della Biblioteca degli Alberi. Infine un ponte su via Melchiorre Gioia con dentro una “serra della biodiversità” a servizio della città: ma questo solo se Palazzo Marino, che con l’assessore Pierfrancesco Maran ha definito la legge della regione “regalo ai costruttori“, darà via libera alle maggiori cubature per il Pirellino e agli sconti sugli oneri di urbanizzazione. E’ il progetto dell’immobiliarista Manfredi Catella presentato giovedì scorso insieme agli architetti Stefano Boeri ed Elizabeth Diller che si sono aggiudicati la gara internazionale.
La proposta prevede il recupero della torre esistente, ex sede degli uffici urbanistici del Comune, e dell’edificio a ponte su via Melchiorre Gioia che dovrebbe diventare un nuovo “hub” pubblico con mostre, esposizioni, un’area didattica, aree incontri e wellness oltre alla “green house”. Se però dal Comune non arriverà il riconoscimento di Pirelli 39 come immobile dismesso in applicazione della legge regionale sul recupero urbanistico “faremo il progetto senza il ponte, quindi, senza la parte pubblica, ma non è quello che vorremmo”, ha detto l’imprenditore ritenuto erede di Salvatore Ligresti, scomparso nel 2018, che prima del crac Fonsai ne è stato socio nel progetto di Porta Nuova.
Nel progetto la torre del Pirellino, dismessa dal Comune nel 2015 e pagata da Coima 193 milioni, viene ripensata adeguandola secondo il gruppo “agli attuali standard di uso degli spazi uffici nel segno dell’innovazione e della sostenibilità, in linea con i parametri Next Generation EU”. Dall’altra parte rispetto al ponte sorgerebbe poi la torre residenziale con 1.700 mq di vegetazione distribuita sui piani che “assorbiranno 14 tonnellate di Co2 e produrranno 9 tonnellate di ossigeno l’anno”. Con 2.770 mq di pannelli fotovoltaici la torre sarà in grado di autoprodurre il 65% del proprio fabbisogno energetico.