Si chiama Ganmao Qingre Keli e al rione Esquilino di Roma, la Chinatown capitolina, era il farmaco che andava per la maggiore. Fino a ieri mattina, quando i carabinieri del Nas, su disposizione della Procura di Roma, hanno sequestrato ben 1070 dosi di quella che veniva definita “l’aspirina cinese”, utile sulla carta anche per attenuare gli effetti del Covid, in particolare il fortissimo mal di testa che arriva nei primi giorni di infezione. Scatola azzurra e blu, bugiardino tutto in caratteri cinesi, il Ganmao Qingre Keli veniva venduto nelle erboristerie intorno a Piazza Vittorio Emanuele II, pur non essendo stato mai approvato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del Farmaco. All’interno delle confezioni, vi sono 10 bustine contenenti composto granulare da 6 grammi ciascuno e aiuterebbe nella cura di mal di testa, dolori articolari e muscolari connessi all’influenza. I carabinieri hanno denunciato un cinese di 52 anni.

Si tratta della seconda operazione dei Nas in pochi giorni coordinata dalla pm Antonella Nespola. Fra l’11 e il 13 gennaio, gli inquirenti avevano intercettato un altro farmaco illegale, il Lianhua Qingwen Jiaonang, venduto sempre nel rione Esquilino e spacciato per i suoi effetti benefici “anti Covid”. Quest’ultimo a Pechino viene considerato un antidoto, piuttosto efficace, al Coronavirus, perché capace di alleviare le difficoltà respiratorie nei pazienti affetti da Covid-19, sulla scorta dei cortisonici utilizzati in Europa. Anche in questo caso, tuttavia, l’Aifa non ha approvato la vendita del farmaco, dunque le scorte importate dai lavoratori stagionali cinesi e diffuse nella Chinatown romana sono state sequestrate dai carabinieri.

Non solo. Altre scorte del Lianhua Qingwen Jiaonang sono state sequestrate ieri mattina a Roma, stavolta dalla Guardia di Finanza. All’interno di un minimarket ubicato nei pressi di via dell’Omo, nella zona periferica di Casetta Mistica, i finanzieri del Nucleo operativo metropolitano hanno scovato, fra gli alimenti esposti per la vendita, oltre 2mila prodotti tra pastiglie, pillole, composti di erbe e tisane provenienti dalla Cina, con etichette prive di traduzione in lingua italiana. Un’altra “farmacia” illegale è stata poi scoperta in un magazzino di via Prenestina, con circa mille capsule di Lianhua, vendute – appunto – come proposta terapeutica anti Covid. I magistrati della Procura di Roma hanno intenzione di riunire all’interno di un unico fascicolo tutte queste operazioni, per capire se c’è una regia nell’importazione e nella vendita in Italia di questi farmaci non autorizzati.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Covid, Richeldi a La7: “Mascherine ancora per due anni? Prospettiva negativa. Con Astrazeneca un vaccino in più che protegge”

next
Articolo Successivo

Vaccini, Arcuri alle Regioni: entro febbraio altre 4 milioni di dosi (anziché 7). “Anche Moderna in ritardo, recupererà a marzo”

next