“I bus sono ancora insufficienti, non è vero che sono state aumentate le corse e ancor più grave è che sono affollati. Rischiamo ogni giorno di ammalarci”. A gridare a gran voce il proprio sconcerto per la situazione dei trasporti nella capitale sono gli studenti e i dirigenti scolastici. Il “piano mobilità” per il rientro in classe, alla prova del nove, è andato in panne. Per il vicesindaco con delega alla Città in Movimento, Pietro Calabrese, è stato fatto tutto il possibile ma la popolazione scolastica boccia le azioni messe in atto. A parlare sono i diretti interessati, i ragazzi delle scuole superiori che sono tornati a scuola al 50% con due orari di ingresso: alle 8 e alle 10.

Diana Gini, 17 anni, studentessa del tecnico chimico biologico “Biagio Pascal” ogni mattina per raggiungere la sua scuola deve attraversare l’intera città: “Abito all’Eur ma il mio istituto si trova a Ponte Milvio. I pochi bus che passano alla mia fermata sono sempre affollati di studenti e di lavoratori e pochi indossano la mascherina. Non ci sono controlli, nessuno dice nulla”.

Diana che ha altri tre fratelli non può farsi accompagnare in auto dalla madre e nemmeno andare a piedi: “Non è vero che hanno aumentato le corse. Non è cambiato proprio nulla. La mia stessa situazione la vivono alcune compagne che prendono il bus sulla Cassia. Diciamoci la verità: la scuola è stata abbandonata. A questo punto preferisco continuare con la didattica a distanza almeno non rischio di ammalarmi o di portare a casa il Covid”.

A confermare le parole di Diana è Giorgio Carratta, referente della Rete studenti medi di Roma: “Il tema fondamentale che tutti conoscono è che il sistema di trasporto pubblico nella capitale soffre di limiti storici che creano problemi. Quasi tutti i ragazzi devono spostarsi da un municipio all’altro. La pandemia ha esasperato la situazione. Sulla città la Prefettura ha preso in considerazione i problemi ma bisogna mantenere l’attenzione alta. Ad oggi continuano ad esserci affollamenti. Abbiamo svolto un sondaggio: quasi il 90% dei ragazzi non ha riscontrato alcun aumento delle corse rispetto a settembre”.

Le zone più critiche, a detta di Carratta, sono l’Anagnina e Termini. A dire la sua è anche Massimo Caraguzzo che frequenta la prima liceo scientifico all’ “Aristotele”: “Entro a scuola alle dieci ed esco di casa alle nove. Spesso mi faccio la strada a piedi per tutta l’ora perché l’autobus non passa mai. Nessuno chiama bus privati a compensare l’assenza di quelli pubblici”. Non solo. Caraguzzo può testimoniare che i bus 70,72,73 e altri sono sempre affollati.

A denunciare la situazione è anche il presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma, Mario Rusconi: “I controllori tanto sbandierati da Atac non si vedono e così gli assembramenti restano una costante. Da quello che mi riferiscono altri colleghi dirigenti scolastici le corse non bastano. L’Atac, l’azienda per la mobilità dice che va tutto bene ma non è così: nella zona periferica e semi periferica della capitale ci sono ancora problemi”.A finire nel mirino sono soprattutto le linee 508, 33, 633, 409, 5, 14, 649, 309 e 360 ma anche molte altre. Una situazione che ha indotto i genitori del liceo “Rousseau” all’Ostiense a inviare attraverso uno studio legale una missiva all’ufficio scolastico regionale e al ministero dell’Istruzione per chiedere il proseguimento della didattica online: “Ci sono rischi – scrivono mamme e papà – di contrarre il virus sui mezzi pubblici e all’entrata e all’uscita della scuola”.

A buttar acqua sul fuoco è l’assessore Calabrese che di fronte alle segnalazioni risponde: “In questi mesi abbiamo messo in campo un piano trasporti articolato e complesso. Il piano prefettizio prevede fino a 2.200 corse in più al giorno tra collegamenti Atac e 14 linee Astral (regionali) a supporto delle metro. Atac ha anche rafforzato le linee scolastiche e quelle che transitano presso gli istituti. E’ un potenziamento reso possibile anche grazie all’impiego dei bus turistici e in relazione alla differenziazione degli orari di ingresso nelle scuole e non solo. Con la pandemia abbiamo dovuto mettere in campo misure straordinarie per consentire il più possibile di rispettare i distanziamenti e le norme previste. In questa fase abbiamo lavorato per conciliare la capienza del 50%, così come da norma del Dpcm vigente, con i limiti infrastrutturali e i mezzi potenzialmente impiegabili”. L’assessore sembra allargare le braccia per dire: abbiamo fatto quello che potevamo. “Prima della riapertura delle scuole – spiega Calabrese – abbiamo avviato un tavolo tra le aziende di trasporto pubblico, Roma servizi per la mobilità e le rappresentanze sindacali dei presidi per recepire esigenze o necessità. E continueremo a confrontarci, proseguendo nel monitoraggio del servizio”.

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