Cronaca

Vaccini, parla l’esperto Luca Richeldi (Cts): “Priorità bassa per chi è già guarito dal virus. Monoclonali potrebbero essere armi efficaci”

Nell'intervista a Domenica In l'esperto parla della gestione della campagna vaccinale lamentando "troppa improvvisazione" e invocando l'uso di volontari ed esercito. Sulle zone gialle rimarca la necessità di cautela. Sulle seconde dosi chiarisce che chi si è infettato dopo la prima non deve fare la seconda

“Troppa improvvisazione sui vaccini”, tanto da richiede l’uso dell’esercito. Priorità bassa per chi ha avuto il Covid, ma avanti coi monoclonali che “potrebbero essere armi efficaci”. Luca Richeldi, pneumologo e componente del Comitato tecnico-scientifico (Cts), fa il punto della situazione sulla gestione dell’emergenza e anticipa alcuni orientamenti per il prossimo futuro, tra cui la convinzione del Comitato di esperti che chi ha già avuto il virus possa avere “una bassa priorità” nella distribuzione perché durante l’infezione ha acquisito una immunità”.

Il professor Richeldi, ospite a Domenica In, ha poi spiegato che chi è stato contagiato dopo la prima dose deve sospendere la seconda. “Chi ha avuto il Covid ha acquisito durante l’infezione una immunità e la priorità di vaccinazione per queste persone è bassa – spiega il professor Richeldi – Le attuali raccomandazioni sono quelle di misurare gli anticorpi a tre mesi dalla risoluzione della forma clinica, c’é anche la possibilità che chi ha avuto il Covid e che avranno ancora gli anticorpi al momento della vaccinazione facciano una sola dose anziché due. Può succedere che si venga contagiati tra la prima e la seconda dose di vaccino, quando si è ancora vulnerabili, in genere si sospende la somministrazione della seconda dose”. Non solo vaccini. “Gli anticorpi monocronali sarebbero la prima terapia che abbiamo contro il Coronavirus per il quale non abbiamo ancora oggi una terapia efficace”.

L’esperto infine avverte i rischi di un allentamento delle misure restrittive. “Con la zona gialla c’è un rischio calcolato, ma siamo sul filo del rasoio”. Poi aggiunge: “Possiamo uscire, se i dati consentono di avere una socialità non è negativo. Ma non abbassiamo la guardia”. Infine un monito alle polemiche tra scienziati. “Con questa pandemia la dialettica tra gli esperti è arrivata sui media ed è entro certi limiti sana. E’ un virus di cui ancora oggi si sa ancora poco e la differenza di opinioni è secondo me un aspetto inevitabile. Trovo invece negativo che in alcuni casi ci siano delle amplificazioni di questi pareri divergenti, anche questo sulla base delle personalità di ciascuno. E’ un elemento di creazione di ansia, ecco perché è importante avere delle figure di riferimento singole come un ministro della Salute, un presidente di Istituto Superiore di Sanità, un presidente del Consiglio Superiore di Sanita e consiglio di far riferimento a figure più autorevoli”.