Dal 18 gennaio, data in cui sono iniziate le prenotazioni da parte dei concessionari, gli incentivi statali per auto a basso impatto ambientale continuano a far registrare riscontri notevoli. In sole due settimane è stato richiesto già quasi un terzo della dotazione messa a disposizione nella legge di bilancio a favore di veicoli con motorizzazioni full hybrid, benzina e diesel di ultima generazione, e dunque meno impattanti sull’ambiente. Meno fortuna, invece, stanno avendo quelli riservati a vetture elettriche e ibride plug-in.
Andando nello specifico, dai numeri pubblicati sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico risulta che dei 250 milioni stanziati per auto con emissioni di anidride carbonica comprese tra tra 61 e 135 grammi al km (full hybrid, benzina e diesel) ne sono stati prenotati già 75. Una partenza a razzo, che fa dubitare che con i fondi predisposti si riesca ad arrivare a metà anno, data di scadenza dell’incentivo. “Il forte interesse per l’ecobonus richiama immediatamente l’attenzione sull’esiguità degli stanziamenti previsti ed è lecito prevedere che le risorse pubbliche disponibili per l’acquisto di auto con alimentazione tradizionale, di gran lunga le più richieste, si esauriranno molto prima del 30 giugno. Si pone quindi il problema di stanziare nuovi fondi per proseguire con la campagna di rottamazione anche nel secondo semestre 2021″, ha commentato il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano.
Come detto, invece, il riscontro su elettriche e ibride ricaricabili, ovvero quelle con classe di emissioni compresa tra 0 e 60 g/km di CO2, non è stato così lusinghiero: dei 120 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio ne sono stati richiesti circa otto. Ciò nonostante il fatto che il contributo previsto in questo caso sia più consistente: tra l’intervento dello stato e quello dei concessionari, se si ha un’auto da rottamare si può risparmiare fino a 10 mila euro. Senza contare che sono ancora disponibili i 260 milioni di euro del primo ecobonus.