Cronaca

Ricciardi vorrebbe un generale dei vaccini. Ma le politiche autoritarie non aiutano, anzi

Ieri a Domenica in, trasmissione di punta della Rai, Walter Ricciardi, l’ex capo dell’Istituto superiore di sanità, ha spiegato al popolo italiano la sua visione “militare” della pandemia. Egli ci ha detto, con grande enfasi e convinzione, che la vaccinazione che ci attende sarebbe paragonabile allo “sbarco in Normandia” e, siccome questo sbarco, fu diretto non a caso da un grande generale come Eisenhower (il più grande, ha voluto precisare Ricciardi), la campagna vaccinale dovrebbe essere considerata a sua volta come una “impresa militare” quindi diretta da un generale, naturalmente esperto di vaccini. Immagino si riferisse a lui.

Alla povera Mara Venier non è venuto in mente che – deliri di onnipotenza a parte, ai quali Ricciardi non è del tutto nuovo (ricordo le sue sparate contro la politica cialtrona) – dire in televisione che serve un generale dei vaccini può indurre quanto meno qualche dubbio e qualche perplessità. Siamo pur sempre sul servizio pubblico.

Se Ricciardi avesse ragione allora vorrebbe dire che i commissari che abbiamo, quelli che compongono la task force, l’Istituto superiore di sanità, soprattutto il ministro Speranza, non sarebbero in grado di organizzare e dirigere una campagna vaccinale. Ma siamo a questo punto? E’ davvero così?

A parte quello che mi pare un sogno non proprio politically correct da parte di Ricciardi nei confronti del ministro Speranza (affari di Speranza…) mi chiedo: ma come è possibile che un consigliere del ministro che tra l’altro ha costretto l’Oms a precisare che lui non rappresenta questa organizzazione ma altro, si permette di teorizzare in tv una strategia “manu militari” per combattere il virus senza rendersi conto di proporre una linea politica alquanto diversa da quella proposta dal suo legittimo ministro?

Vorrei rammentare che la locuzione “manu militari” viene utilizzata normalmente ancora oggi per indicare l’uso della forza armata e/o il ricorso alla coercizione e che i generali di solito fanno le guerre.

Ma a parte l’enormità del messaggio che senso ha nominare un generale dei vaccini quando il ministro Speranza ha deciso di scartare l’obbligatorietà e di puntare sul consenso sulla persuasione e sulla responsabilità delle persone? Cioè quando la linea politica non è fare la guerra contro la gente ma il contrario?

Se Ricciardi non condivide la politica di Speranza cosa aspetta a dimettersi? Immagino che non abbia digerito la decisione di non ricorrere all’obbligatorietà. Si riprenda la sua libertà e combatta per le sue idee: ma non può andare in televisione e giocare alla guerra.

Torniamo indietro al 2016/17. Allora Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute e presidente dell’istituto superiore di sanità, consigliò a Beatrice Lorenzin di fare un decreto per imporre l’obbligo vaccinale per ben dieci vaccini, che minacciava la sospensione della patria potestà contro i genitori disobbedienti, multe salate per quelli dissennati e l’esclusione dei bambini non vaccinati dalla scuola. Vorrei ricordare anche che a questo decreto seguì una vergognosa caccia alle streghe contro i medici considerati eretici solo perché non condividevano l’imposizione dell’obbligo, al punto che alcuni furono persino radiati.

Perché quattro anni fa senza pandemia, senza morti, con una soglia di gregge vicina all’ottimo, in ragione non so di quale evidenza il governo ha imposto – a mio parere senza nessun rispetto per le nostre libertà, per le nostre leggi, ma anche per le nostre opinioni – a tutti noi per decreto l’obbligo per dieci vaccini arrivando a radiare i medici in dissenso e oggi, con una pandemia in corso e centinaia di migliaia di morti, con una soglia di gregge lontana dall’essere conquistata, il governo punta le sue carte sulla volontarietà di ricevere il vaccino anti-Covid?

Non sono mai stato un no vax e non ho alcun bisogno di dimostrare la mia fede nella medicina e nella scienza. I veri no vax sono poco più dell’1% della popolazione e non sono matematicamente in grado di minacciare la copertura vaccinale di un Paese. Invece grazie a stupide politiche autoritarie, senza senso, continuano a crescere quelli che sono definiti “esitanti”, cioè gente normale che non ce l’ha con la medicina scientifica ma che ha legittimamente dei dubbi dubbi che nessuno pensa di chiarire.

In certi casi costoro arrivano fino al 40% della popolazione. Questi sì che se non gli spieghiamo come stanno le cose potrebbero danneggiare la copertura vaccinale.

Ma non saranno i generali di Ricciardi a risolvere il problema; anzi la mentalità militare lo ingigantirà creando sempre più sfiducia nei confronti della medicina e contribuendo ad accrescere il contenzioso legale contro i medici.

Rispetto alla campagna vaccinale che mi auguro sia equa, efficace e efficiente, propongo al ministro Speranza di istituire un nuovo servizio sanitario che chiamerei “medicina, salute e libertà” e di nominare come capo influencer Chiara Ferragni.