Il rialzo è di tutto rispetto, più 7% ma con picchi di + 13% nel corso della giornata. Ma chi sperava in un’esplosione delle quotazioni dell’argento, sul modello di quanto avvenuto la scorsa settimana per titoli come GameStop o Amc è rimasto deluso. Nel corso di tutto il weekend si erano rincorse notizie di rivenditori di metalli preziosi subissati di ordini. Come presumibile, alla riapertura dei mercati dopo la pausa del fine settimana, le quotazioni dell’argento hanno subito imboccato un deciso rialzo. L’ipotesi che le stesse legioni di piccoli traders che la scorsa settimana avevano pompato i titoli a Wall Street infliggendo perdite miliardarie ai fondi speculativi si stessero spostando sull’argento fisico, si è però via via sgonfiata. Due le ragioni principali. L’argento è un mercato molto più capitalizzato rispetto a quello dei piccoli titoli decollati la scorsa settimana, servono quindi più energie e risorse per farlo muovere. I più grandi possessori di argento sono Morgan Stanley, Ubs, Bank of America e soprattutto il fondo speculativo Citadel. Proprio quella grande finanza contro cui questi traders affermano di battersi. Spingere verso l’alto le quotazioni dell’argento sarebbe stato dunque un controsenso.

Il titolo GameStop è stato in deciso calo per tutta la giornata con perdite di oltre il 20%, mentre stanno guadagnando qualche altro punto i titoli Amc e Blackberry. Nel complesso sembra essere stata una giornata piuttosto interlocutoria. Quella sull’argento ha, per ora, più le sembianza di una mossa diversiva, forse messa in piedi dagli stessi fondi speculativi, più che un vero, nuovo attacco.

Nel frattempo la piattaforma di trading on line senza commissioni “Robinhood”, da cui nei giorni scorsi erano partiti gran parte degli acquisti, è riuscita a raccogliere sul mercato altri 2,4 miliardi di dollari che si aggiungono al miliardi raccolto giovedì scorso. I soldi sono necessari per rispettare i vincoli regolamentari di capitale anche in situazioni come quelle che si sono verificati la scorsa settimana. Mercoledì la piattaforma era finita nell’occhio del ciclone per aver limitato l’operatività sui titoli più coinvolti nelle speculazioni al rialzo. E’ tuttavia possibile che nel frattempo molti dei suoi milioni di utenti abbiano deciso di spostarsi su altre piattaforme che offrono lo stesso servizio. Ieri si è saputo che il fondo speculativo Melvin, il più colpito dalle battaglie della scorsa settimana, ha subito una riduzione del valore dei suoi asset del 54%, incamerando una perdita di 4,5miliardi di dollari. Domani è un altro giorno, gli investitori toccano ferro, anzi argento.

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