Due volontarie della Croce Rossa Italiana di Feltre, in provincia di Belluno, sono state sospese dal servizio sulle ambulanze per essersi rifiutate di vaccinarsi contro il Covid-19. Il presidente del comitato locale, Andrea Zabot, ha dichiarato che “abbiamo solo due casi, ma potrebbero essercene molti di più” e che i volontari “non possono essere obbligati” a vaccinarsi perché la somministrazione è su base volontaria. Ma, visto il rischio che rappresentavano per i pazienti, hanno preferito allontanarle dal servizio sulle ambulanze.
Una delle due ha detto di non sapere nulla circa la decisione del comitato “Non ho niente da dire in merito, voglio conoscere i fatti direttamente dal mio presidente. Non ho nulla da dichiarare se non in presenza di un mio legale”. Le volontarie non potranno più fornire assistenza diretta ai pazienti, ma saranno impiegate in altre attività “finché non finisce la pandemia o non c’è più il pericolo di prendere il Covid-19″, ha detto il presidente. Una delle due infermiere sospese è inoltre risultata positiva al coronavirus e potrà tornare in servizio una volta sviluppati gli anticorpi. Almeno per 90 giorni, poi dovrebbe sottoporsi al vaccino.
Quello di Feltre non è, però, il primo episodio in cui un operatore sanitario si rifiuta di aderire alla campagna vaccinale. Già a fine dicembre La Stampa aveva riportato il caso di un’infermiera di una Rsa del Torinese che si era rifiutata di vaccinarsi: “Mi disturba l’idea dell’obbligatorietà”, aveva spiegato la donna. Ma ancora più clamore aveva fatto la notizia in arrivo dalla Germania di sette infermieri che erano stati licenziati per essersi rifiutati di sottoporsi al vaccino. I fatti si sono verificati in una struttura sanitaria a Dessau, città nel Land della Sassonia-Anhalt.