Il nostro sistema alimentare globale è il primo driver della perdita di biodiversità, con l’agricoltura che, da sola, rappresenta una minaccia per 24mila delle 28mila specie a rischio di estinzione, ossia l’86%. Di fatto, oggi, il tasso globale di estinzione delle specie è più alto del tasso medio degli ultimi 10 milioni di anni. Partendo dai dati relativi agli effetti del sistema alimentare non solo sulla biodiversità, ma anche su terra occupata dall’agricoltura, distribuzione di biomassa, cambiamento climatico e altro ancora, in un report presentato oggi in un evento on-line dal think tank britannico Chatham House, in collaborazione con Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) e Compassion in World Farming, si chiede con urgenza una riforma del sistema alimentare. Un percorso basato su tre azioni interdipendenti: spostare i modelli globali verso diete con più vegetali, isolare e proteggere le aree naturali e condurre pratiche agricole in maniera più rispettosa della natura. Come quella biologica, fatta bene. La rivoluzione del sistema vegetale viene, dunque, indicata come una strada necessaria. Anche perché, nel caso degli allevamenti per esempio, è insostenibile una conversione a biologico di tutti quelli attualmente esistenti, necessari per far fronte alla domanda globale di carne. E allora, bisogna partire da quest’ultima. E ridurla.
IL DILEMMA DELLA CARNE E LE CONTRADDIZIONI DELL’EUROPA – Eppure, di recente, la Commissione Europea ha investito 3,6 milioni di euro in una campagna che invita allo stile di vita ‘carnitariano’, basato sulla carne rossa. Non si tratta di una scelta incoerente rispetto agli obiettivi del Green Deal europeo? “Sì, concordo” risponde a ilfattoquotidiano.it Philip Lymbery, amministratore delegato di Compassion in World Farming, secondo cui “gli investimenti nella promozione della carne da parte dell’Ue sono completamente in contrasto con l’azione necessaria per trasformare il nostro sistema alimentare in modo che possa garantire diete salutari e sostenibili da agricoltura rigenerativa”. La pandemia, con le emergenze sul clima e sulla biodiversità, hanno fatto emergere ancora di più, secondo l’ad di Ciwf “un urgente bisogno di mettere fine all’allevamento intensivo e ridurre il consumo di carne, latte e prodotti caseari”.
GLI EFFETTI DEL SISTEMA ALIMENTARE GLOBALE – Ma l’attuale sistema alimentare è il frutto “di secoli di paradigma del ‘cibo a basso costo’ – spiega Susan Gardner, direttrice della divisione ecosistemi dell’Unep – al fine di produrre più cibo, più velocemente e a prezzi più bassi senza tenere in considerazione i costi nascosti per la biodiversità e le sue funzioni essenziali per la vita e per la nostra salute”. Il risultato, raccontato nel dossier, è che circa un quarto delle specie nella maggior parte dei gruppi di animali e piante è già minacciato di estinzione. Dal 1970, le popolazioni di mammiferi, uccelli, pesci, anfibi e rettili sono diminuite in media del 68%. Gli impatti della produzione di più cibo a costo più basso non si limitano solo alla perdita di biodiversità. Attualmente, la coltivazione di cereali e l’allevamento occupano il 50% della terra del pineta che non è deserta. Solo tra il 1980 e il 2000, 42 milioni di ettari di foresta tropicale nell’America Latina sono andati perduti a causa dell’allevamento bovino, mentre 6 milioni di ettari sono andati perduti a causa delle piantagioni di palma nel Sud-est asiatico. L’agricoltura connessa con l’allevamento occupa oggi il 78% della terra utilizzata in agricoltura in tutto il mondo. Dal 1970 il peso collettivo dei mammiferi selvatici è diminuito dell’82%, mentre i polli oggi rappresentano, per massa, il 57% di tutti gli uccelli (e gli uccelli selvatici rappresentano il 29% del totale). Ma il sistema alimentare globale è anche un importante driver del cambiamento climatico, rappresentando circa il 30% delle emissioni prodotte dall’uomo. L’agricoltura connessa all’allevamento contribuisce al 16,5% dei gas serra emessi ed è anche il maggiore produttore di due delle tre delle più importanti fonti di gas serra prodotti da attività umane: il metano (44% delle emissioni) e l’ossido di azoto (53% delle emissioni).
LA TUTELA DELLE AREE NATURALI E LE NUOVE PRATICHE AGRICOLE – Oltre al cambiamento del sistema alimentare globale, le altre due azioni suggerite sono l’isolamento e la protezione del maggior numero possibile di aree naturali (“evitare di convertire terra per usi agricoli”) e l’adozione di pratiche agricole più rispettose della natura e a sostegno della biodiversità, limitando l’uso di additivi e sostituendo le monocolture con pratiche basate sulle policolture. “Il futuro dell’agricoltura – commenta Philip Lymbery – deve essere rispettoso della natura e rigenerativo, e le nostre diete devono diventare più vegetali, sane e sostenibili”. Come ricorda il professore Tim Benton, direttore della Chatham House di Londra “la più grande minaccia alla biodiversità deriva dall’uso intensivo del suolo – la conversione di habitat naturali in terre da coltivare o su cui allevare intensivamente – e questo è dovuto alla domanda di cibo sempre più ricco di calorie, ma povero dal punto di vista nutrizionale. Questi prodotti sono alla base di un sistema alimentare dispendioso che non riesce a nutrirci, mina la biodiversità e porta al cambiamento climatico”.
I NUOVI RISCHI DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI – Sul fronte degli allevamenti, “in un momento in cui gran parte del mondo continua a combattere la pandemia di Covid-19 – commenta Philip Lymbery – non è mai stato così ovvio che il benessere delle persone e degli animali, selvatici e d’allevamento, è intrecciato”. Ma il problema degli allevamenti intensivi pone anche un’altra questione, più attuale che mai. Il Fondo Monetario Internazionale stima che più di 11.700 miliardi sono stati impegnati a livello globale per sostenere la ripresa dalla crisi del Covid-19. Una cifra, solo per fare un esempio, pari a decine di migliaia di volte il costo annuale stimato per arrestare la deforestazione in Amazzonia e fra 28 e 48 volte il costo annuale della mitigazione climatica attesa per il 2030. Ma la pandemia è anche un campanello d’allarme. Lo ricorda Jane Goodall, tra i partecipanti all’evento on-line. Messaggera della pace per l’Onu, antropologa ed etologa inglese famosa in tutto il mondo, attraverso il Jane Goodall Institute, si occupa dello studio e della protezione dei primati in diverse zone del pianeta. “Le condizioni disumane di affollamento degli animali non solo causano intense sofferenze a questi esseri senzienti (che hanno, dunque, tutte le capacità di sentire cosa accade loro, ndr) – spiega – ma permettono il trasferimento di agenti patogeni dall’animale all’uomo rischiando nuove malattie zoonotiche”.
Ambiente & Veleni
Biodiversità minacciata da cibo a basso costo e agricoltura. “Servono nuove pratiche, diete vegetali e stop allevamenti intensivi”
In un report presentato oggi dal think tank britannico Chatham House, in collaborazione con Unep (Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente) e Compassion in World Farming, si chiede con urgenza una riforma del sistema alimentare. "Stop ad allevamenti intensivi, ridurre consumo di latte e prodotti caseari"
Il nostro sistema alimentare globale è il primo driver della perdita di biodiversità, con l’agricoltura che, da sola, rappresenta una minaccia per 24mila delle 28mila specie a rischio di estinzione, ossia l’86%. Di fatto, oggi, il tasso globale di estinzione delle specie è più alto del tasso medio degli ultimi 10 milioni di anni. Partendo dai dati relativi agli effetti del sistema alimentare non solo sulla biodiversità, ma anche su terra occupata dall’agricoltura, distribuzione di biomassa, cambiamento climatico e altro ancora, in un report presentato oggi in un evento on-line dal think tank britannico Chatham House, in collaborazione con Unep (Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente) e Compassion in World Farming, si chiede con urgenza una riforma del sistema alimentare. Un percorso basato su tre azioni interdipendenti: spostare i modelli globali verso diete con più vegetali, isolare e proteggere le aree naturali e condurre pratiche agricole in maniera più rispettosa della natura. Come quella biologica, fatta bene. La rivoluzione del sistema vegetale viene, dunque, indicata come una strada necessaria. Anche perché, nel caso degli allevamenti per esempio, è insostenibile una conversione a biologico di tutti quelli attualmente esistenti, necessari per far fronte alla domanda globale di carne. E allora, bisogna partire da quest’ultima. E ridurla.
IL DILEMMA DELLA CARNE E LE CONTRADDIZIONI DELL’EUROPA – Eppure, di recente, la Commissione Europea ha investito 3,6 milioni di euro in una campagna che invita allo stile di vita ‘carnitariano’, basato sulla carne rossa. Non si tratta di una scelta incoerente rispetto agli obiettivi del Green Deal europeo? “Sì, concordo” risponde a ilfattoquotidiano.it Philip Lymbery, amministratore delegato di Compassion in World Farming, secondo cui “gli investimenti nella promozione della carne da parte dell’Ue sono completamente in contrasto con l’azione necessaria per trasformare il nostro sistema alimentare in modo che possa garantire diete salutari e sostenibili da agricoltura rigenerativa”. La pandemia, con le emergenze sul clima e sulla biodiversità, hanno fatto emergere ancora di più, secondo l’ad di Ciwf “un urgente bisogno di mettere fine all’allevamento intensivo e ridurre il consumo di carne, latte e prodotti caseari”.
GLI EFFETTI DEL SISTEMA ALIMENTARE GLOBALE – Ma l’attuale sistema alimentare è il frutto “di secoli di paradigma del ‘cibo a basso costo’ – spiega Susan Gardner, direttrice della divisione ecosistemi dell’Unep – al fine di produrre più cibo, più velocemente e a prezzi più bassi senza tenere in considerazione i costi nascosti per la biodiversità e le sue funzioni essenziali per la vita e per la nostra salute”. Il risultato, raccontato nel dossier, è che circa un quarto delle specie nella maggior parte dei gruppi di animali e piante è già minacciato di estinzione. Dal 1970, le popolazioni di mammiferi, uccelli, pesci, anfibi e rettili sono diminuite in media del 68%. Gli impatti della produzione di più cibo a costo più basso non si limitano solo alla perdita di biodiversità. Attualmente, la coltivazione di cereali e l’allevamento occupano il 50% della terra del pineta che non è deserta. Solo tra il 1980 e il 2000, 42 milioni di ettari di foresta tropicale nell’America Latina sono andati perduti a causa dell’allevamento bovino, mentre 6 milioni di ettari sono andati perduti a causa delle piantagioni di palma nel Sud-est asiatico. L’agricoltura connessa con l’allevamento occupa oggi il 78% della terra utilizzata in agricoltura in tutto il mondo. Dal 1970 il peso collettivo dei mammiferi selvatici è diminuito dell’82%, mentre i polli oggi rappresentano, per massa, il 57% di tutti gli uccelli (e gli uccelli selvatici rappresentano il 29% del totale). Ma il sistema alimentare globale è anche un importante driver del cambiamento climatico, rappresentando circa il 30% delle emissioni prodotte dall’uomo. L’agricoltura connessa all’allevamento contribuisce al 16,5% dei gas serra emessi ed è anche il maggiore produttore di due delle tre delle più importanti fonti di gas serra prodotti da attività umane: il metano (44% delle emissioni) e l’ossido di azoto (53% delle emissioni).
LA TUTELA DELLE AREE NATURALI E LE NUOVE PRATICHE AGRICOLE – Oltre al cambiamento del sistema alimentare globale, le altre due azioni suggerite sono l’isolamento e la protezione del maggior numero possibile di aree naturali (“evitare di convertire terra per usi agricoli”) e l’adozione di pratiche agricole più rispettose della natura e a sostegno della biodiversità, limitando l’uso di additivi e sostituendo le monocolture con pratiche basate sulle policolture. “Il futuro dell’agricoltura – commenta Philip Lymbery – deve essere rispettoso della natura e rigenerativo, e le nostre diete devono diventare più vegetali, sane e sostenibili”. Come ricorda il professore Tim Benton, direttore della Chatham House di Londra “la più grande minaccia alla biodiversità deriva dall’uso intensivo del suolo – la conversione di habitat naturali in terre da coltivare o su cui allevare intensivamente – e questo è dovuto alla domanda di cibo sempre più ricco di calorie, ma povero dal punto di vista nutrizionale. Questi prodotti sono alla base di un sistema alimentare dispendioso che non riesce a nutrirci, mina la biodiversità e porta al cambiamento climatico”.
I NUOVI RISCHI DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI – Sul fronte degli allevamenti, “in un momento in cui gran parte del mondo continua a combattere la pandemia di Covid-19 – commenta Philip Lymbery – non è mai stato così ovvio che il benessere delle persone e degli animali, selvatici e d’allevamento, è intrecciato”. Ma il problema degli allevamenti intensivi pone anche un’altra questione, più attuale che mai. Il Fondo Monetario Internazionale stima che più di 11.700 miliardi sono stati impegnati a livello globale per sostenere la ripresa dalla crisi del Covid-19. Una cifra, solo per fare un esempio, pari a decine di migliaia di volte il costo annuale stimato per arrestare la deforestazione in Amazzonia e fra 28 e 48 volte il costo annuale della mitigazione climatica attesa per il 2030. Ma la pandemia è anche un campanello d’allarme. Lo ricorda Jane Goodall, tra i partecipanti all’evento on-line. Messaggera della pace per l’Onu, antropologa ed etologa inglese famosa in tutto il mondo, attraverso il Jane Goodall Institute, si occupa dello studio e della protezione dei primati in diverse zone del pianeta. “Le condizioni disumane di affollamento degli animali non solo causano intense sofferenze a questi esseri senzienti (che hanno, dunque, tutte le capacità di sentire cosa accade loro, ndr) – spiega – ma permettono il trasferimento di agenti patogeni dall’animale all’uomo rischiando nuove malattie zoonotiche”.
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Caso Paragon, Nordio in Aula: ‘Nessuno è stato intercettato da Polizia penitenziaria nel 2024’. Mediterranea: ‘Spionaggio iniziato un anno fa’
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Milano, 19 feb. (Adnkronos) - "Nei mesi che hanno preceduto le elezioni, tutte le volte che mi chiedevano di spiegare il punto del programma, io ho ribadito, con la massima intensità, l'importanza del ruolo che rivestono tutti gli addetti alla segreteria, i segretari, i direttori e i greenkeeper, che rappresentano la spina dorsale dei circoli. Il pannello che abbiamo realizzato per l'allestimento della tenda federale recita 'Federazione Italiana Golf A.i.t.g Insieme per la crescita del golf italiano' e qua tocchiamo il punto saliente di quello che dovrà essere il lavoro del prossimo mandato anno: la massima collaborazione e il dialogo fra tutti gli attori principali del mondo del golf, in particolare con i circoli, di cui A.i.t.g inevitabilmente è anche espressione per il lavoro quotidiano che svolge". E' quanto affermato dal presidente della Federazione Italiana Golf-Fig, Cristiano Cerchiai, durante la conferenza dal titolo 'Novità del settore, migliori pratiche per l’irrigazione, adempimenti e sicurezza sul lavoro in un campo da golf', convegno a cura di A.i.t.g. Associazione italiana tecnici del golf, alla prima giornata di lavori della IX edizione di Myplant & Garden, il Salone internazionale del Verde, l’appuntamento professionale tra i più importanti al mondo per le filiere del florovivaismo, in programma a Fiera Milano Rho, dal 19 al 21 febbraio 2025.
"Se mi avete sentito dire, durante la fase di campagna, che dal punto di vista tecnico i professionisti rappresentano gli ambasciatori del golf, per coloro che si approcciano per la prima volta al nostro mondo, è anche vero, dall'altro lato, che addetti alla segreteria e i direttori rappresentano le prime persone che noi incontriamo quando varchiamo la soglia di un circolo e sono i nostri riferimenti all'interno di esso -spiega Cerchiai-. Vorrei spendere due parole a vantaggio e a favore di coloro che svolgono molto spesso un lavoro oscuro che sono i greenkeeper, che raramente vedono le lu ci della ribalta, ma ci mettono costantemente in condizione di giocare sfruttando le condizioni migliori del nostro campo".
“Tra i punti del programma e ancora una volta la collaborazione con A.i.t.g sarà molto forte, vi è sicuramente quel ruolo importantissimo che i tecnici A.i.t.g rivestono nella formazione delle figure professionali all'interno della Scuola nazionale di golf - continua - Lavoreremo con loro, ho già cominciato a parlarne per un aggiornamento dei programmi e anche per introdurre un percorso di formazione continua, come peraltro avviene già in molte altre realtà professionali, per esempio la mia”.
“Non posso, quindi, che ringraziare ancora una volta il coordinatore della sezione, il segretario e direttore Davide Lantos e l'altro coordinatore Corrado Graglia, per il lavoro che fino ad oggi abbiamo svolto e per cui a volte dovremo svolgere ancora. A tutta l’A.i.t.g e ai suoi rappresentanti ricordo che dovremo mettere in campo il nostro massimo impegno e la nostra massima collaborazione per riuscire a completare il percorso di modifica normativa del Piano di Azione Nazionale, riferito all'utilizzo dei prodotti fitosanitari sugli interventi erbosi dei campi da golf. Quindi, dovremo attivarci insieme per contattare e per interloquire con i ministeri competenti, perché il risultato deve essere ottenuto anche in tempi relativamente rapidi”, conclude.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - Nell'ambito della mostra 'Tony Cragg Infinite Forme e Bellissime', a cura di Sergio Risaliti e Stéphane Vergera, aperta al pubblico fino al 4 maggio nei saloni del Museo Nazionale Romano alle Terme di Diocleziano, il 20 febbraio e il 3 aprile (alle 15.30) è in programma la visita tattile per persone con disabilità visiva, in collaborazione con l'Associazione di volontariato Museum - Odv, che collabora sin dal 1994 presso tutti i musei comunali, statali e privati, realizzando visite tattili, laboratori artistici, teatro al buio, corsi di formazione, progetti con gli Istituti scolastici di ogni ordine e grado, tutte attività a titolo gratuito e rivolte a persone con disabilità visiva.
Nel corso degli anni l'associazione ha svolto molti progetti in convenzione con le gallerie nazionali e, tutt'oggi, continua la collaborazione. Bam Eventi d’Arte ha desiderato proporre questi incontri perseguendo la linea interpretativa dell'artista Tony Cragg, il quale ha fatto della percezione in ogni sua forma un suo preciso intento, basti pensare alla mostra "Tony Cragg : per favore toccateci!" esibita a Dusseldorf nel 2024 e curata dal direttore Generale Felix Kramer, dove la percezione tattile è stata addirittura imposta ai visitatori, uso del tutto proibito nella prassi museale.
Il noto artista ha fatto della esplorazione della materia e del suo intrinseco significato uno dei temi centrali della sua ricerca artistica ed, in ossequio a tale desiderio, la visita renderà possibile al visitatore, affetto da disabilità visiva accarezzare con le mani ed apprezzare le superfici delle opere in mostra, leggendole come un documento Braille . L’associazione Museum ha organizzato la visita per i loro associati, che si svolgerà il 20 febbraio alle ore 15.30 e il 3 aprile alle ore 15.30, suddividendo in gruppi di sei associati con disabilità, più loro accompagnatori o cani guida, più quattro accompagnatori dell'associazione per ogni gruppo di partecipanti con disabilità visiva. Sarà presente all’evento Giulia Silvia Ghia, assessore alla Cultura, politiche Educative e Giovanili e allo Sport di Roma.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Una mostra di fotografie che ritraggono 20 donne. Sono onorata di far parte di questa selezione. Sono tantissime le donne in Italia e nel mondo, che spesso non vengono valorizzate e consultate per le loro capacità. Questa mostra darà effettivamente valore e visibilità a 20 delle nostre eccellenze”.
Sono le parole di Martina Caironi, atleta paralimpica e Legacy specialist in Milano Cortina 2026, intervistata dall’Adnkronos alla presentazione in anteprima della mostra di Fondazione Bracco “Una vita per lo sport. Volti e conquiste delle 100esperte” che gode del patrocinio del Comune di Milano e Fondazione Milano Cortina 2026.
L’esposizione sarà allestita dal 25 febbraio al 25 marzo, in Corso Vittorio Emanuele a Milano e si colloca nell’ambito del progetto ‘100 donne contro gli stereotipi’ (“#100esperte”), ideato dall’Osservatorio di Pavia e dall'associazione Gi.U.Li.A. Giornaliste, con lo sviluppo di Fondazione Bracco e con il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea per valorizzare l’expertise femminile.
Con la sua abilità artistica, il fotografo Gerald Bruneau ha saputo immortalare l’essenza delle donne-atlete: “È stato bello lavorare con questo fotografo - dice Caironi - Ha cercato lo scatto che raffigurasse l'atleta nel gesto tecnico e nella preparazione. È importante questo tipo di rappresentazione nello sport paralimpico ed è importante che venga mostrato, senza timore, lo strumento con cui si fa lo sport, nel mio caso una protesi con una lamina, e il gesto tecnico che l'atleta paralimpico ricerca, studia, prepara”, le sue parole.
Infine, l’atleta sottolinea l’importanza di smontare lo stigma attorno alla parola ‘paralimpico’: “Abbiamo un vocabolario molto ampio e abbiamo una parola per descrivere gli atleti con una disabilità: paralimpici - rimarca - Abbiamo inoltre una parola per spiegare l'evento più importante che viene ogni quattro anni, che è la Paralimpiade. Utilizziamo questi termini senza paura. La vera discriminazione non sta nel dire ‘para’, quello è il termine corretto - avverte - La discriminazione sta nel non considerare gli atleti paralimpici degli di essere raccontati, visti ed elogiati. Questa è la vera discriminazione”, le sue parole.
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - “Il governo Meloni sarà ricordato come il governo della fuga perenne, campioni del mondo di scaricabarile con le proprie responsabilità. Infatti dopo l’inquietante liberazione di Almasri, in cui Giorgia Meloni si è data alla latitanza - che continua - con il Parlamento, ora il governo tenta di squagliarsela anche sul caso Paragon". Così la segretaria del Pd, Elly Schlein.
"Sappiamo che giornalisti e attivisti italiani sono stati spiati con il spyware Graphite, utilizzato esclusivamente da organi dello stato. È preciso dovere del governo fare chiarezza e dirci chi spiava queste persone e per quale motivo, risposta che oggi lo stesso governo si è rifiutato di dare alle interrogazioni in Parlamento, in cui peraltro si chiedeva se la Polizia penitenziaria avesse mai acquisito o utilizzato Paragon".
"Prima ancora di rispondere a questa semplice domanda, il sottosegretario Mantovano ha comunicato la classificazione di queste informazioni. Cosa sta nascondendo il governo Meloni? Il Paese si merita risposte e il luogo dove fornirle è il Parlamento".
Roma, 19 feb. (Adnkronos) - "Ma nelle mani di chi siamo? Siamo nelle mani di nessuno. Ieri con un atto gravissimo il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Mantovano ha secretato, oggi lei ministro Nordio viene in aula e spiattella tutto. Ma non vi siete parlati?". Così Davide Faraone al question time alla Camera dopo che il ministro Carlo Nordio ha detto in aula che "nessuna persona è stata mai intercettata dalla polizia penitenziaria" rispondendo alla domanda delle opposizioni a cui il governo ieri aveva spiegato che si poteva rispondere solo nelle "sedi opportune" ovvero il Copasir. "E allora chi aveva in uso Paragon? Quindi sono le procure ministro? Diteci una volta per tutte chi lo ha utilizzato e con quali finalità. Vergogna".