Il conferimento dell'incarico per formare il nuovo governo all'ex presidente della Bce ha fatto calare il tasso di interesse sui Btp decennali dallo 0,66% di martedì sera a 0,58%. Secondo Fabio Castaldi di Pictet Asset Management si può ipotizzare "un’ulteriore compressione dello spread Btp/Bund fra i 20 e i 30 punti base con obiettivo l’area 70/80 punti base qualora la strada di Draghi vada avanti". Il vicepresidente della Commissione Ue Schinas: "Draghi è rispettato e ammirato in questa città e oltre"
L’incarico di formare un governo istituzionale affidato a Mario Draghi dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha avuto esattamente l’effetto previsto nelle scorse settimane dagli analisti. La prospettiva dell’ex banchiere centrale che con il wahtever it takes salvò l’euro a Palazzo Chigi per finalizzare il Recovery plan e gestire la crisi Covid ha fatto calare il tasso di interesse sui Btp decennali dallo 0,66% di martedì sera a 0,58% e restringere lo spread rispetto ai Bund tedeschi a 105 punti dai 113 della chiusura di ieri. Da Bruxelles, che auspicava una soluzione rapida e indolore della crisi, il vicepresidente della Commissione Ue Margaritis Schinas manda a dire: “Non è una grande sorpresa se dico che Mario Draghi è rispettato e ammirato in questa città e oltre”.
La riduzione dei tassi ha avuto ripercussioni dirette anche su Piazza Affari, dove hanno volato i titoli del comparto bancario e assicurativo visto che banche e assicurazioni sono grandi detentori di Bot e Btp. Così il listino di piazza Affari ha chiuso con un guadagno del 2,09%, mentre le altre borse europee hanno oscillato intorno alla parità in attesa delle decisioni di politica monetaria Usa, che arriveranno in serata. Poste Italiane in spolvero a +7,13%, seguita da Atlantia (+6%) sulla speranza che un nuovo governo possa sciogliere i nodi su Aspi e Bper Banca a +5,57%. Male Ferrari (-3,65%) che ha diffuso dati trimestrali che hanno deluso le attese.
Secondo Fabio Castaldi, investment manager di Pictet Asset Management, le prospettive più favorevoli possono far “ipotizzare una convergenza (ancorché non completa) verso i rendimenti dei titoli governativi spagnoli che trattano, al momento, ad uno spread di 60 punti base contro il Bund tedesco. Ipotizziamo quindi un’ulteriore compressione dello spread Btp/Bund fra i 20 e i 30 punti base con obiettivo l’area 70/80 punti base qualora la strada di Draghi vada avanti. Se si va alle urne lo spread rivedrà probabilmente 150 punti”. Flavio Carpenzano di AllianceBernstein sottolinea che per formare un governo Draghi avrà bisogno del “sostegno del Movimento 5 Stelle o della Lega e non è affatto certo che questo arrivi. Oltre a ciò, c’è la questione di cosa potrebbe essere effettivamente in grado di ottenere Draghi con uno spazio di manovra probabilmente molto limitato, poiché il parlamento italiano è diverso dal consiglio direttivo della Bce. Perciò, la reazione del mercato ad un risvolto negativo (elezioni anticipate) sarà probabilmente molto più accentuata rispetto a quanto potrebbe avvenire in caso di successo (governo tecnico)”.