Un dolore che la ragazza napoletana ha vissuto praticamente in silenzio, ha viaggiato con sua figlia e dopo tre anni, consapevole che la vita deve pur andare avanti, ha trovato un nuovo amore. È il settimanale Chi in edicola a rivelare la sua relazione con Aleksandar Kolarov, difensore dell'Inter
Una storia documentata da alcune foto che mostrano un bacio appassionato, i due in macchina insieme alla stazione di Milano con il calciatore che subito dopo l’aiuta a prendere il trolley. Serbo, classe 1985, definito “l’uomo che non sorride mai” viene descritto da chi lo conosce come schivo e riservato, ha raccontato spesso la sua infanzia difficile “sotto le bombe”. Ha alle spalle un matrimonio finito da cui sono nati i suoi due figli Una e Nikola. I due si sono conosciuti proprio nella città meneghina, dove Francesca ha deciso di tornare a vivere, lasciando Firenze dopo anni.
Se la Fioretti ha ritrovato con Aleksander l’amore e il sorriso non ha di certo dimenticato Davide, prima dell’udienza per far luce sulle reali cause della morte del capitano della Fiorentina, ha scritto sul profilo Instagram un lungo post: “In questi anni ho sempre voluto evitare dichiarazioni pubbliche sulla morte di Davide e sul processo in corso. Ho sempre confidato che l’onestà e la pulizia che Davide ha dimostrato fuori e dentro il campo avrebbero portato a risposte altrettanto oneste e pulite. È ancora così, ho ancora fiducia che accada. Leggo in queste ore notizie che non sarebbero dovute essere divulgate. Resto stupita da questo passo così avventato e dal fatto che venga fornita un’interpretazione parziale e contraddittoria di una perizia medica che rappresenta a ogni modo solo una di quelle di cui dispone la magistratura. Il processo in corso serve ad arrivare a una verità, che non sarà consolatoria in ogni caso: l’idea che la morte di Davide potesse essere evitata aumenta persino il dolore. Ma se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità dovesse essere esplorata, che lui meritasse di averla e che tutto ciò che l’ha ostacolata debba in caso venire alla luce. Per lui e per evitare che succeda di nuovo. Nutrivo molti dubbi sull’essere presente di persona alla prossima udienza, ora sento di dover essere lì, a dimostrare simbolicamente, con forza e senza rancore, che è solo in quell’aula che la verità potrà essere accertata, accettata e condivisa. Il passato e il futuro ci chiedono di essere coraggiosi.”