Forse sto rimbambendo, ma onestamente a me pare che il mondo sia impazzito e capisco quelli cui vien voglia di ritirarsi in alta montagna, chiudere i giornali e l’informazione e dedicarsi ad altro, a una vita solitaria, ma forse meno dolorosa per chi sente di appartenere a una società, e invece si trova costretto a essere passivo spettatore di questo 2021.

Infatti, leggiamo che in Russia hanno ripreso i vecchi metodi stalinisti dell’Unione Sovietica e mentre noi ci preoccupiamo del prezzo del loro gas, i cittadini di là vengono imbarcati a migliaia nelle patrie galere, senza processi, senza giustificazioni plausibili. E la Nomenklatura, intanto, alla vecchia maniera si arricchisce vergognosamente.

In Cina poi pare che oltre un miliardo di persone siano apparentemente felici di vivere in un benessere materiale maggiore rispetto al passato, ma senza né diritti né leggi intoccabili, a completa disposizione di un regime che sa tutto, decide tutto e può, dalla mattina alla sera, ridurre alla povertà o alla ricchezza qualsiasi cinese. Una Cina totalmente inaffidabile sul piano internazionale, che vuole ridurre Hong Kong a un carcere omologo e prendersi, come se gli appartenesse per diritto divino, la vita di altri 20 milioni di cinesi che vivono certo più tranquilli a Taiwan.

E nel frattempo gli Usa escono (forse!) dal periodo peggiore della loro secolare storia di libertà e democrazia… e gli inglesi (ex impero mondiale) si sono rinchiusi in casa e hanno sbattuto la porta in faccia ai loro vicini. Per lasciar perdere di quello che continua a succedere sotto l’ala del variegato Islam e del bellicosissimo Israele. Tutto nello sfondo di una pandemia mondiale, che non sarà la Spagnola ma ha già fatto milioni di morti.

Insomma, sinceramente, anche a essere catastrofisti provinciali e miopi, di fronte a tutto questo, cosa volete che sia la pur ributtante politica italiana, la nostra incapacità di governarci, il baratro culturale, economico e sociale nel quale stiamo precipitando, l’ennesimo governo contro natura e leggi della Repubblica italiana, l’arrivo di un ex banchiere senza voti e rappresentanza alla guida del paese? Appunto nulla o poco più.

Però, mentre l’orchestra esegue in ogni angolo del mondo questi balli tragici e dissonanti, alcuni di noi soffrono. Soffrono in primo luogo gli italiani che hanno perso il lavoro o il reddito del proprio lavoro. Soffrono i giovani e gli anziani, quelli che hanno contratto la malattia, quelli che dalla malattia e dalle sue conseguenze sono costretti a vivere una vita deprivata del contatto umano, della sostanza dei rapporti di lavoro, di affetto, di consuetudine. Soffrono quanti sono obbligati dall’altrui indifferenza a resistere sulla strada di vittime dei privilegi altrui, in un’Italia che da tempo ha perso il senso dell’interesse generale.

Il governo Draghi (lo giudicheremo dai fatti) in ogni caso, anche se farcito di presunte “personalità di altissimo profilo” (dispiace dirlo, ma nei fatti è da tempo che la nostra classe dirigente non seleziona per nulla “alti profili”, al massimo “nomina ai vertici” personaggi modestissimi ma ubbidientissimi) nasce male, non solo perché in contrasto con le più elementari regole democratiche (non è una novità) ma perché sorge da una visione politica, culturale ed economica non orientata esclusivamente all’interesse generale, al Bene pubblico.

Nasce da calcoli politici utilitaristici di breve periodo, nasce dalla pressione di forze economiche precise, individuabili, con interessi concentrati, fortissimi, ma ahinoi numericamente minoritari. Nasce da un’ambiguità insopportabile, l’ennesima, quella di raccontare agli italiani una storia che è una favola, una narrazione senza riscontri.

Certo, se nascerà questo governo lo sosterremo, perché l’alternativa al solito sarebbe di gran lunga peggiore. Ma non è da questa generosità degli italiani che Draghi potrà trarre la legittimazione, che non è un fatto che può essere conferito ex post da nessuno, ma deve risiedere nella natura fin dall’origine, nei fatti per come si costituiscono.

Solo la decisione di attuare rapidamente una politica fatta di decisioni concrete ed efficaci, di numerose e pronte riforme radicali che vadano nell’esclusiva direzione della tutela dell’interesse generale degli italiani, potrà conferire al governo Draghi quella legittimità che al momento non ha, nemmeno se l’intero Parlamento (così svalutato e palesemente inadatto) gliela conferisse unanimemente. La legittimazione è nei fatti, prima ancora che nelle forme.

E solo il perseguimento serio, e per noi inedito, dell’interesse generale nell’azione di governo potrà riportare questo scherzo deviato della politica italiana che è il governo Draghi all’interno di un contesto regolare, a farlo uscire da quell’abusivismo istituzionale che nemmeno gli “alti profili”, l’urgenza pandemica, il Mes o la von der Leyen potranno mai cancellare.

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Governo, Fratoianni: “Draghi? Sembra il commissariamento della politica” – Video

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