di Lorenzo Bertini

I primi commenti che leggevo ieri sera, dopo l’annuncio del Presidente Mattarella e della notizia della convocazione del dottor Mario Draghi al Quirinale, parlavano del “capolavoro politico” del senatore Matteo Renzi. Un capolavoro a beneficio di chi, mi domando: del paese? Non credo, penso che la maggioranza del paese si sarebbe aspettata di avere un governo che lavorasse per uscire da questa emergenza, invece ha prevalso l’inadempienza di una classe dirigente, che invece di mettere davanti la Ragion di Stato e l’interesse generale ha agito solo per se stessa, per puro esercizio del potere.

Leggo di persone che ringraziano Renzi per aver salvato il futuro dei loro figli. Da cosa? Il futuro dei giovani è sempre stato oscuro, ve lo dice uno che a 29 anni non trova lavoro da un anno. Ho visto e sentito politicanti come Renzi descrivere l’importanza che i giovani hanno per questo paese, questo l’ho sentito per vent’anni, ora ne ho 29, diciamo che la mia generazione l’hanno mancata di un pelo, perché non sono l’unico in questa condizione. Fortunatamente, ci sono ragazzi e ragazze che oggi ce l’hanno anche fatta, ma grazie al mazzo che si sono fatti, senza avere dalla politica nulla.

Quindi no, io non ringrazio Matteo Renzi, perché l’idea che cambiando premier migliorerà l’azione di un governo che avrà bisogno di un sostegno politico è mistificatoria e sono sicuro che Draghi lo farà a determinate condizioni, ovvero un’agenda ristretta a: Recovery, vaccini, provvedimenti economici. Il solo pensiero di mettere mano a dossier molto sensibili, su cui le maggioranze vanno e vengono, lo avranno sicuramente fatto tentennare.

“I prossimi mesi rappresentano un passaggio decisivo per uscire dall’emergenza e per porre le basi di una stagione nuova. Non sono ammesse distrazioni. Non si deve perdere tempo. Non vanno sprecate energie e opportunità per inseguire illusori vantaggi di parte. E’ questo quel che i cittadini si attendono. La sfida che è dinanzi a quanti rivestono ruoli dirigenziali nei vari ambiti, e davanti a tutti noi, richiama l’unità morale e civile degli italiani”. Queste parole sono cadute nel vuoto caro Presidente Mattarella, e se lei è deluso si figuri il sottoscritto, o i tanti cittadini a cui fin dall’inizio della pandemia è stato richiesto un grande senso di responsabilità, verso se stessi e verso gli altri, e che devono vedere questo spettacolo indecoroso.

Sventurata la Terra che ha bisogno di eroi.

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