Nel Monopoli di Silvio Berlusconi c’è spazio anche per il Monza Calcio. Il 28 settembre 2018, il Gruppo Fininvest annunciava in una nota di aver finalizzato l’acquisto della società dalla famiglia Colombo. Una trattativa andata in porto a poco più di un anno dalla cessione del Milan all’enigmatico imprenditore cinese Yonghong Li e che ha visto, sin da subito, il ritorno in grande stile di Adriano Galliani. 2,9 milioni sborsati per le quote di un club all’epoca in Serie C, in un’operazione che venne catalogata come romantica. “È stato un atto d’amore di Berlusconi – si affrettò a dichiarare l’attuale ad – Ha voluto fare qualcosa per il territorio dove vive dagli anni ’70. Da Arcore si vedono le luci del Brianteo”.

Al di là dei facili sentimentalismi, è bene ricordare che oggi il Monza – a 19 anni dall’ultima apparizione – si trova in B. E non per caso. L’ambizione che porta avanti il progetto è quella del Milan delle meraviglie. L’obiettivo (dichiarato a più riprese dai due compari) è il doppio salto di categoria che dalla stagione 2021/22 potrebbe consegnargli il tanto atteso derby del cuore contro i rossoneri. Uno scenario tutt’altro che utopico. Per inseguire lo storico risultato si sono affidati a Cristian Brocchi, non la migliore scelta su piazza ma comunque una figura che con entrambi ha sempre avuto un filo diretto. Sia da calciatore, sia da allenatore. Lo si capì nell’aprile del 2016, con la promozione alla guida della prima squadra da tecnico della Primavera, e lo si capisce anche adesso, con il solito vizietto del Berlusca che non s’è minimamente stancato di fare il tattico e continua a elargire consigli a giocatori e staff.

Per fugare ogni possibile dubbio sul proprio disegno di potere, il Monza ha ultimato una campagna acquisti che non ha nulla a che fare con le dirette concorrenti alla promozione. Il regalo di Natale in anticipo per i tifosi è stata la clamorosa firma di Mario Balotelli. Colpo mediatico? Sì. Il talento italiano più ammirato, più discusso e più sprecato degli ultimi anni? Anche. Valutazioni, però, che non devono sbarrare la strada a una realtà oggettiva. SuperMario, con tutti i suoi innumerevoli difetti, non è un calciatore di Serie B. Tra ritardo di condizione e problemi fisici, ha giocato una sola partita segnando dopo quattro minuti. È l’ultima (l’ennesima) occasione della sua carriera, che almeno per il momento proseguirà con il Monza fino al termine della stagione. Il contratto scade il 30 giugno, i 6 milioni annui guadagnati a Liverpool sono una chimera: non ci sono comunicazioni ufficiali, ma lo stipendio dell’attaccante dovrebbe toccare o superare di poco i 400mila euro.

Boateng e Paletta hanno arricchito la già folta colonia milanista, Davide Diaw un reparto ora in overbooking. In un mercato di gennaio profondamente segnato dalla pandemia, che ha prosciugato le casse di tutti i club, il recente trasferimento dal Pordenone di uno dei migliori attaccanti della categoria (interessava anche a Parma, Udinese e Torino) è apparso più come una legittimazione di potere che non come una necessità tecnica. Uno “sforzo” economico raggiunto dietro pagamento al club friulano di 3 milioni più 500mila euro di bonus, un tentativo di spezzare i sogni di gloria della più pudica Spal, che il giocatore lo aveva già in pugno e si è invece ritrovata a subire l’ennesimo smacco. Oltretutto arrivato, non proprio elegantemente, a 48 ore dall’accordo tra le stesse società che ha spalancato le porte della Brianza all’esterno Marco D’Alessandro. Ne è nato un piccolo caso, principalmente tra i tifosi, che la dice lunga sullo scarto autoritario che si sta consumando quest’anno in Serie B.

La furbizia e sì, anche la lungimiranza, hanno condotto lo scorso anno Silvio Berlusconi alla partnership con Wallabies, una start-up innovativa che sfrutta l’intelligenza artificiale per scovare i talenti più interessanti del calcio europeo. Numeri, statistiche e indici di rendimento che aiutano a scremare tempo e lavoro degli osservatori, principalmente nelle categorie minori. Un nuovo modo di concepire lo scouting, senza rimpiazzare il metodo classico: tra le previsioni azzeccate ci sono quelle di Ziyech, poi passato al Chelsea per oltre 40 milioni, e Lozano, che il Napoli prelevò per poco meno dal PSV Eindhoven. Si tratta di “un osservatore robotico che analizza ogni gesto di circa 40.000 giocatori in 25 leghe con una metrica oggettiva – dice di sé la società fondata a Milano -.L’algoritmo analizza più di 8.000 partite all’anno e ogni giorno impara, modifica i suoi parametri per classificare i calciatori e segnalare i migliori”.

Non sappiamo se il Milan-Monza si confronterà con la Serie A già dal prossimo anno. Anzi sì, lo sappiamo, però non lo diciamo per una questione di scaramanzia e di rispetto nei confronti dei suoi tifosi. Stando alle lavagne delle principali agenzie di betting, non c’è partita. E non che ci voglia Nostradamus. Il Piccolo Diavolo, chiamiamolo così ma senza alcun riferimento all’omonimo film di Benigni, è pronto ad abbracciare il massimo campionato. La sensazione è che non assisteremo a un viaggio A/R di breve durata. Almeno fino a quando alla guida ci sarà la coppia capace di regalare alla San Siro rossonera ben 29 trofei totali, di cui 5 Champions League. E con lei tutti gli uomini del Consiglio d’amministrazione (dall’avvocato Leandro Cantamessa a Leonardo Brivio) che hanno legato parte della propria carriera alla stessa persona, ora pronta a riprendersi quel tempo perduto.

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