L'annuncio di Marta Lempart, della Womens’s Strike (Strajk Kobiet): "Proveremo tutte le volte che sarà necessario. In Argentina ci sono voluti 15 anni e 9 tentativi. Andremo fino in fondo, useremo la loro esperienza, formeremo coalizioni, useremo ogni strada per arrivarci"
“Aborto legale. Nessun compromesso” è il nome della proposta di legge di iniziativa popolare sostenuta da movimenti e forze parlamentari di opposizione, un progetto “minimo” in linea con gli standard europei presentato ieri in una conferenza stampa davanti al Sejm, il Parlamento polacco. La reazione del movimento di opposizione al governo di Jaroslaw Kaczynski non si è fatta attendere, dopo l’entrata in vigore delle ulteriori restrizioni sull’aborto il 27 gennaio scorso. Le organizzazioni del movimento femminista e di opposizione, insieme a parlamentari di sinistra, lanciano insieme la campagna di raccolta firme per un progetto di legge per la legalizzazione dell’aborto, ispirandosi alle “sorelle argentine”.
“E’ un momento orribile e nonostante ciò stiamo facendo il quinto tentativo di legalizzare l’aborto in Polonia, come le nostre sorelle argentine. Stiamo facendo enormi passi avanti, ma prima dobbiamo fare enormi passi indietro – dichiara Marta Lempart, della Womens’s Strike (Strajk Kobiet), con il misto di fermezza e pacatezza che la contraddistingue. La conferenza stampa si svolge all’aperto, nella piazza di quel Parlamento dove ad avere la maggioranza dei seggi è il PiS, Prawo i Sprawiedliwość, il partito conservatore sostenuto da organizzazioni di estrema destra e clericali – “Non abbiamo più l’aborto legale. Ma manterremo il nostro sguardo sul contesto più ampio – proveremo tutte le volte che sarà necessario. In Argentina ci sono voluti 15 anni e 9 tentativi. Andremo fino in fondo, useremo la loro esperienza, formeremo coalizioni, useremo ogni strada per arrivarci. Sappiamo tutti che il divieto non significa che non ci saranno aborti, significa solo che la gente dovrà pagare. Quindi lasciamo queste bugie alla destra e alla chiesa. La verità prevarrà. Avremo regole legali e normali sull’aborto. Come in Argentina”.
La proposta di legge prevede il diritto di “ogni persona incinta” di ricevere assistenza sanitaria sotto forma di interruzione di gravidanza fino alla fine della 12° settimana di gravidanza senza dover motivare questa scelta. Di ricevere assistenza sanitaria sotto forma di interruzione della gravidanza dopo la 12° settimana di gravidanza in caso di anomalie fetali e se la gravidanza è il risultato di un atto criminale.
Secondo il progetto di legge, il servizio di interruzione della gravidanza deve essere fornito in conformità con lo stato attuale delle conoscenze mediche, tenendo conto di tutti i metodi disponibili, compresi quelli farmacologici. Sarebbe la prima volta che una disposizione sull’aborto farmacologico appare in un progetto di legge. Secondo le disposizioni della legge, se un medico si rifiuta di fornire servizi sanitari, il capo del dipartimento o il capo dell’unità sanitaria in cui il medico esercita la sua professione è obbligato a designare un altro medico nella stessa unità sanitaria. Ed è tenuto a farlo entro 24 ore. Il disegno di legge include anche una disposizione per ulteriori test prenatali e pap test per tutte le donne in gravidanza, indipendentemente dall’età o dal rischio dovuto all’età.
Attualmente, sono penalmente perseguibili, e perseguiti, sia il medico che esegue un aborto sia chiunque aiuti in qualsiasi modo la donna ad interrompere la gravidanza. La proposta di legge esplicita la depenalizzazione anche in questi casi. Grazie alla capacità della Women’s Strike di fare rete, il Comitato promotore della legge è molto ampio e riunisce soggettività politiche diverse tra loro. Oltre alla Women’s Strike, sono presenti: Abortion Dream Team, che fornisce assistenza telefonica anche in collaborazione con organizzazioni non polacche che forniscono i farmaci per aborto domiciliare. La Federation for Women and Family Planning, ONG storica impegnata sui diritti sessuali e riproduttivi. Lodz Girls, “ragazze che aiutano le ragazze”, un movimento di base di giovanissime attiviste che si sono incontrate sui social media. Grand Coalition for Equality and Choice, una coalizione larga di gruppi della società civile. Women’s Rights Center, organizzazione non governativa che lavora per la parità di genere e il contrasto alla violenza sulle donne. Del Comitato fanno parte rappresentanti di LEWICA, il partito di sinistra all’opposizione.