Nel Comune di Corzano, in provincia di Brescia, è scoppiato un focolaio di variante inglese del Covid-19. Le autorità in queste ore stanno per questo pensando di chiudere il Paese in entrata e uscita, creando di fatto una zona rossa localizzata, come successo nel corso della prima ondata di coronavirus in diverse zone d’Italia. Il 10% dei 1.400 cittadini è infatti risultato positivo al tampone e delle 140 persone attualmente contagiate “il 60% è rappresentato da studenti della scuola elementare e della materna che a loro volta hanno contagiato i familiari”, spiega il sindaco Giovanni Benzoni, anche lui positivo. Il primo cittadino ha già deciso di chiudere le scuole fino all’8 febbraio, ma “l’ordinanza sarà sicuramente prorogata perché oggi iniziano i tamponi di richiamo e quindi dovremo aspettare gli esiti”.

Secondo le analisi dell’Ats di Brescia, i cittadini di Corzano sono stati contagiati dalla variante inglese del Covid-19. Riguardo alla possibilità del lockdown territoriale, il primo cittadino risponde: “Non ho saputo nulla. Ma posso dire che nelle ultime ore abbiamo avuto un solo caso in più. Tutte le famiglie sono in isolamento e ci aspettiamo che la curva torni a scendere”, ha concluso.

Di tutt’altro parere è il parroco di Corzano, Don Olmi, che polemizza contro la stampa colpevole, a suo avviso, di “montare un caso”. “Il contagio sta scemando ed è sotto controllo – dichiara il parroco – Ora Corzano è un paese fantasma, ieri sono venute poche persone a messa per San Biagio. Non facciamo diventare il caso come la variante inglese di Corzano, altrimenti poi veniamo additati come degli appestati da isolare o peggio ancora”. E, in merito alle responsabilità per i 140 positivi, punta il dito contro un’insegnante “che è andata a scuola con qualche linea di febbre, ma che doveva stare a casa” peccando, a suo avviso di “scarsissima avvedutezza”.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Governo Draghi, Galli: “Ilaria Capua ministra della Salute? Non la vedo adatta, non ha alcuna esperienza di sanità pubblica”

next
Articolo Successivo

Via i senzatetto dal centro di Torino: sporcano e puzzano

next