La vendita all’asta della villetta di Cogne, dove nel 2002 è stato ucciso il piccolo Samuele Lorenzi, è stata sospesa fino al 30 giugno. A stabilirlo è stato il giudice Paolo De Paola del tribunale di Aosta, che ha disposto lo stop dopo che l’avvocato Carlo Taormina, in qualità di creditore, non si è opposto alla richiesta. L’asta si sarebbe dovuta svolgere il 19 febbraio, con un’offerta minima di circa 626mila euro. Al momento non si esclude che la sospensione sia dovuta a una trattativa in corso tra i coniugi Lorenzi e l’ex legale per arrivare alla revoca del pignoramento.
In base a una sentenza civile passata in giudicato a Bologna, Annamaria Franzoni, condannata per l’omicidio del figlio, deve infatti al suo ex difensore Taormina oltre 275mila euro per il mancato pagamento degli onorari difensivi, divenuti circa 450mila nell’atto di pignoramento. A novembre fu proprio il tribunale di Aosta a disporre la vendita della villetta, dopo aver respinto, a settembre, le richieste di sospensione dell’esecuzione immobiliare da parte dei coniugi Lorenzi.
Proprio oggi, tra l’altro, la Franzoni si è presentata in tribunale ad Aosta come parte civile in un processo per violazione di domicilio, in cui sono imputati una giornalista e un operatore, colpevoli, secondo la donna di essere entrati “nelle pertinenze dello chalet” per realizzare un servizio televisivo, in particolare accedendo al cortile e al balcone. Dopo essere stata avvisata da parenti e amici e aver visionato online il servizio, la Franzoni avrebbe quindi deciso di sporgere denuncia contro la troupe. La donna ha detto di temere questa violazione possa incentivare atti emulativi da parte delle persone. Pur essendo la villa sottoposta a pignoramento, ha sottolineato Franzoni, lei ne è ancora la custode, quindi ha dovere di vigilanza e deve risponderne in caso di danneggiamenti. Durante l’udienza la donna ha inoltre denunciato un turismo macabro intorno alla sua villa di Cogne, che nel corso del tempo ha collezionato una serie di atti vandalici da parte di persone entrate per sottrarre oggetti da conservare per ricordo, come ad esempio un termometro.