di Emilio Passarelli
Assorbita la rabbia e i mal di pancia per gli eventi politici vissuti due giorni fa, non resta che osservare cosa sia veramente andato in porto a seguito dello scenario di ieri. L’operazione Mario Draghi era predestinata a realizzarsi sia per i motivi dettati da Mattarella, sia per creare le fondamenta di un nuovo centrodestra europeista, che scalzi il sovranismo italiano.
Anche in quest’ottica, forse va visto, l’addio al M5S da parte di Emilio Carelli con l’intenzione di creare un nuovo gruppo appunto che faccia capo ad un centro destra fortemente europeista e con il senno di poi si potrebbe spiegare anche il fallimento della “operazione costruttori”. Infatti la costruzione di questo fantomatico gruppo non è mai decollata proprio perché coloro i quali erano i più naturali esecutori, presenti nel centrodestra, sono stati subito bloccati da Berlusconi che ha fiutato l’importante occasione di riportare la sua Forza Italia agli antichi splendori elettorali inserendola, finalmente, in un contesto marcatamente europeista; e chi potrebbe essere il suo migliore alleato se non Matteo Renzi?
E’ chiaro che tutto ciò che è accaduto l’altro ieri nel tavolo dell’ex maggioranza era già da tempo nelle trame del Senatore di Rignano che abilmente, appoggiato anche dalla sua componente ancora nel Pd, ha provato forse riuscendoci a minare quel percorso di nascita di un campo progressista di centrosinistra, facendo saltare la creazione del nuovo governo e consegnando il Paese al tecnico Draghi.
Da oggi Renzi inizierà chissà a lavorare per diventare il leader di questo nuovo centrodestra europeo, con il bene placet di tutta Forza Italia, e con i favori di quella Lega che fa capo a Giorgetti. In questa ottica, l’operazione Draghi spacca il Carroccio perché a conti fatti al Capitano, fra poco degradato tenente, avrebbe fatto più comodo un Conte ter e rimanere a fare opposizione con il partito unito. Oggi invece ha il dilemma se appoggiare Draghi perdendo parte dei consensi, che inevitabilmente si dirotteranno verso Giorgia Meloni, o andare all’opposizione perdendo la componente Giorgetti che probabilmente si unirà alla corrente Fi-Iv e che già intravede Renzi come leader (resta chiaro che nel corso della legislatura, Demolition Man cercherà di perpetuare poi l’omicidio politico di Giorgia Meloni).
In tutto ciò una grossa mano potrebbe arrivare inconsapevolmente dal Pd. La strada Draghi per Zingaretti è molto insidiosa, da una parte il non votare la fiducia potrebbe causare finanche una scissione, dall’altra il voto di fiducia metterebbe a serio rischio l’alleanza progressista, unica alternativa a questa destra nascente.
Insomma regna una gran confusione e come si diceva nel capolavoro di Sergio Leone Giù la testa: “Dove c’è confusione un uomo che sa ciò che vuole ha tutto da guadagnare” e Renzi ha già guadagnato la testa di Conte, la presumibile sfaldatura della vecchia maggioranza e si è spalancato le porte verso una nuova leadership. Riusciranno i nostri eroi (Zingaretti, Di Maio, Speranza ecc.) a fermare tutto ciò? Io spero vivamente di sì!