I farmaci, trasportati clandestinamente dal continente africano, avevano un valore complessivo di 80mila euro ed erano sprovvisti di certificazione e autorizzazioni ministeriali. I Nas: "Se somministrati avrebbero provocato anche numerosi effetti avversi soprattutto a livello cardiocircolatorio ed epatico"
I carabinieri del nucleo Aifa, con il supporto del Nas di Roma e della dogana, hanno sequestrato all’aeroporto di Fiumicino circa 23.500 farmaci e 180 confezioni di flaconi, per un valore di circa 80mila euro. Le pillone, provenienti dall’Africa, di natura antibiotica e antinfiammatoria, antipiretica ad uso umano, erano destinate anche per la terapia anti Covid-19. “I predetti farmaci – scrivono in una nota i Nas – trasportati clandestinamente all’interno di bagagli di un cittadino africano, erano sprovvisti di idonea certificazione medico sanitaria, delle prescritte autorizzazioni ministeriali, talvolta anche privi dell’indicazione dei componenti dei principi attivi costituenti e della loro origine, tali da definirli falsificati e quindi potenzialmente pericolosi per la salute pubblica. La grande mole di farmaci rinvenuti se somministrati avrebbero provocato anche numerosi effetti avversi soprattutto a livello cardiocircolatorio ed epatico”.
L’operazione, frutto della collaborazione tra l’Agenzia delle Dogane e Monopoli e il Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, rientra nell’ambito della costante attività di contrasto al traffico illegale di farmaci anti Covid-19 sul territorio nazionale. L’intervento di oggi si aggiunge a quello effettuato nei giorni scorsi, sempre presso l’aeroporto di Fiumicino, che aveva già portato al sequestro, di ulteriori 6.840 capsule e 66 confezioni di flaconi, per un valore di circa 30mila euro, anche in quel caso provenienti dal continente africano. Ma una serie di attività investigative condotte nell’ultimo periodo, in tutta Italia, dai Carabinieri dei Nas contro la vendita illegale di farmaci, ha permesso di individuare oltre 73mila farmaci illegali anti Covid, importati direttamente dalla Cina e privi delle autorizzazioni all’immissione in commercio rilasciate dall’Agenzia italiana del farmaco.