L’Rt nazionale resta anche questa settimana allo 0.84. È questo il valore che la cabina di regia sta valutando nel monitoraggio settimanale sul Covid in Italia con i dati Iss e ministero della Salute. L’indice di trasmissibilità, dopo due cali consecutivi, resta quindi identico rispetto a settimana scorsa. Ma l’Istituto superiore di sanità osserva anche un lieve generale peggioramento dell’epidemia, con un aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto, che diventano tre: Puglia, Umbria e Provincia di Bolzano, che da lunedì sarà in lockdown auto-imposto per decisione della Giunta provinciale. Si assiste inoltre alla riduzione delle regioni a rischio basso in questa settimana (7 contro 10). Tredici regioni evidenziano un trend di casi in aumento.

L’Italia, avverte il monitoraggio settimanale, si trova in un contesto “preoccupante per il riscontro di varianti virali di interesse per la sanità pubblica in molteplici regioni che possono portare ad un rapido incremento dell’incidenza”. L’Umbria e la Provincia di Bolzano hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno, ma cinque regioni riportano il valore medio attorno all’1 (Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche e Toscana). In base a questi valori, l’unica Regione che si avvia verso un cambio di fascia è la Sardegna: da lunedì passerà dalla zona arancione a quella gialla, portando a 16 regioni (più la Provincia di Trento) nella fascia con meno restrizioni. In arancione Bolzano, Sicilia, Puglia e Umbria. Sulla base dell’ultimo monitoraggio, spiegano infatti fonti del ministero della Salute, “non sono previste nuove ordinanze” e “la Sardegna tornerà in area gialla da lunedì, allo scadere dell’ordinanza vigente”.

In 13 regioni trend casi in aumento – La diminuzione dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni è più lieve di quella osservata le precedenti settimane: 273,01 per 100.000 abitanti (18-31 gennaio) contro 289,35 per 100.000 abitanti (11-24 gennaio). Il monitoraggio segnale poi che 13 regioni evidenziano un trend di casi in aumento: l’incidenza resta molto a Bolzano (686,57 per 100.000; 25-31 gennaio). In tre regioni e province autonome incidenza superiore ai 200 per 100.000. “L’incidenza – si legge nel rapporto n.38 – è ancora lontana da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate”.

Rapido aumento casi senza misure – In questa fase delicata dell’epidemia “questi iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente messe in atto adeguate misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale”, evidenzia il monitoraggio. Si conferma quindi “la necessità di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone” e di “restare a casa il più possibile”. È fondamentale poi che “la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie”, ribadiscono Iss e ministero della Salute.

Terapie intensive sopra soglia in 7 Regioni – Si mantiene infine stabile il numero di Regioni che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: 7 Regioni e Province autonome. Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale si colloca sotto la soglia critica (26%). Complessivamente, il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è in diminuzione da 2.372 (26/01/2021) a 2.214 (02/02/2021). Il numero di persone ricoverate in aree mediche è anche in diminuzione, passando da 21.355 (26/01/2021) a 20.317 (02/02/20201). Tale tendenza a livello nazionale sottende però forti variazioni inter-regionali. In alcuni contesti, si spiega, “un nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l’incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per Covid in area critica”.

Rt sopra 1 in tre regioni, in Umbria il più alto – Rt puntuale sopra l’1 in tre regioni: Umbria con il dato più alto (1.18), a seguire Bolzano a 1.06 e il Friuli Venezia Giulia a 1.03. Tutte le altre regioni sono sotto il valore soglia di 1, con Abruzzo e Toscana al limite, rispettivamente 0.99 e 0.98. La Provincia di Trento il più basso a 0.61, seguono Veneto e Basilicata a 0.63.
Ecco la mappa degli Rt puntuali, regione per regione: Abruzzo 0,99 Basilicata 0,63 Calabria 0,81 Campania 0,78 E-R 0,83 Fvg 1.03 Lazio 0.8 Liguria 0.95 Lombardia 0.94 Marche 0.95 Molise 0.9 Piemonte 0.78 PA Bolzano 1.06 Pa Trento 0.61 Puglia 0.91 Sardegna 0.75 Sicilia 0.73 Toscana 0.98 Umbria 1.18 Valle d’Aosta 0.85 Veneto 0.63.

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