“Il paziente è un soggetto che rientra da un Paese africano. Si chiama variante sudafricana ma non è certamente esclusiva del Sudafrica. È semplicemente stata identificata lì e si chiama in questo modo. Si tratta di virus che hanno la capacità di diffondersi in maniera più veloce rispetto a quelli che già circolano”. Così Paolo Grossi, professore di Malattie infettive e tropicali dell’Università degli Studi dell’Insubria. “Questa variante sudafricana sembra avere la capacità di essere meno sensibile a quelli che sono gli effetti della vaccinazione. L’aeroporto di Malpensa è un hub intercontinentale e quindi c’è maggiore possibilità di ingresso del virus nel nostro Paese attraverso persone che arrivano da diverse parti del mondo. Abbiamo inviato tutti i dati all’Istituto Superiore di Sanità, come da prassi, ma non abbiamo ancora avuto riscontro. Non mi aspetto sinceramente sorprese relativamente alla conferma di questa variante”.
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