Politica

Altro che ‘le bimbe di Conte’: se lo riconfermano vice, fonderò ‘i bimbi di Sileri’

Appena caduto il governo il mio pensiero non è andato al destino dell’Italia, ma al gruppo Facebook “Le bimbe di Conte”. Che ne sarà di queste 120mila donne disperate? Le capisco perché vivo una situazione un po’ simile, non per Giuseppe Conte, ma per il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri. Se esistesse il gruppo Facebook “I bimbi di Sileri” io sarei il primo iscritto.

Purtroppo seguo solo la sua pagina Facebook ufficiale, dove Sileri si presenta così: “Da sempre al fianco dei pazienti, per una sanità equa, per la trasparenza e il merito, contro la corruzione”. Non sono solo parole, lo dimostra il fatto che anche negli ultimi giorni di governo solo un politico ha avuto il coraggio di presentarsi in televisione a parlare di vaccini: Sileri. I conduttori lo guardano con quel sorriso che avevano Merkel e Sarkozy quando arrivava Berlusconi, soprattutto quando diceva di essere medico. Quanta stupidità. Proprio la sua anima di medico gli permetteva di schierarsi anche contro il suo governo, scandalizzato come un oppositore. ”Il venti per cento dei vaccinati non aveva il diritto? Vergogna!”, ”Le mascherine sono state pagate il doppio? Doppia vergogna!”.

Forse non lo amano perché gli manca un po’ di forma. E’ vero, qualche volta l’abbiamo visto in tv stravaccato sulla poltrona come uno di noi dopo l’ultima fetta di panettone del cenone natalizio. Ma è questo che conta in un politico? Pochi se lo ricordano: chi è andato in Cina a Wuhan vestito da palombaro anti-Covid per recuperare i nostri italiani contagiati e abbandonati? Lui.

Lo seguo dai tempi in cui ammise di aver saputo della prima coppia di cinesi positivi al virus dalla moglie che aveva visto il Tg1. Che meraviglioso candore! Fantastico anche il suo sfogo a Non è l’arena: “E’ da sei mesi che chiedo di vedere il vecchio piano pandemico e nessuno me lo dà!”. Un uomo così candido non può sopravvivere a lungo in un ministero romano. Ma quante gliene avranno fatte?! Secondo me gli attaccavano sulla schiena il pesce d’aprile, non in primavera, ma tutti i giorni. E dietro le porte tanti commissari Arcuri a ridere, perché a prendere gli schiaffi in tv ci andava lui; loro invece, per decreto, immuni da qualsiasi responsabilità.

Il dottor Sileri mi ricorda un grande personaggio comico del geniale Carlo Verdone: il Pizzardone di Piazza Venezia. Quel vigile che dall’alto della pedana tonda tenta di governare il traffico utilizzando il buon senso e la buona volontà invece dell’autorità: “Daje! Daje! Fermo! Fermo! ‘Ndo vai?! T’ammazzi!”.

Sileri è il pizzardone di Verdone, è il portinaio che trova la bottiglia di birra nel raccoglitore della carta, il marito a cui la moglie cambia la disposizione dei mobili del soggiorno, il commesso del supermercato cui tocca far finta di non vedere che nessuno si passa il disinfettante sulle mani. E’ il vecchietto che urla “Crepa!” al boato del motorino “smarmittato” perché sa che di più non può fare e, soprattutto, non ne ha l’autorità.

Sileri ha la nostra espressione un po’ così, di quando ci promettono l’Italia vaccinata per fine giugno e sappiamo che non può essere vero. Sileri non riesce a dire bugie e anche quando prova a farlo, il suo sguardo lo tradisce: “Lo sanno! Lo sanno!”. Il viceministro Sileri, quando gli raccontano che invece delle siringhe con calibro di un millimetro sono arrivate quelle grosse da pasticceria (quelle che usano a Masterchef per riempire i bignè), è più depresso di noi.

I vaccini sono arrivati, ma non c’è abbastanza personale per somministrarlo, allora scrive una lettera al commissario Arcuri per offrirsi come inoculatore. E’ come se Armani si offrisse per fare l’orlo ai pantaloni nel suo outlet. Un gesto di insensata modestia. Se gli dicono che il vaccino va conservato a 90 gradi sottozero è capace di offrire il cassetto del freezer di casa sua pur di risolvere il problema. Offrirebbe anche la sua cantina se non sapesse che, con il passare del tempo, il vaccino saprebbe di tappo.

Nello sketch del Pizzardone c’è un beduino che si ferma davanti a lui e gli chiede un’informazione parlando in modo incomprensibile:

Pizzardone: Nun te capisco… parli inglese?
Il beduino annuisce.
Pizzardone: Si? Eh… ma non lo parlo io.

Questo sketch è la metafora del rapporto tra il viceministro Sileri e la politica italiana, ma siccome sento dire che il totoministri dà per vincente Roberto Speranza al ministero della Salute, non c’è motivo per non confermare il suo valido vice. Se succederà fonderò un nuovo gruppo Facebook: “I bimbi di Sileri”.