Sulla scia dell'Australia e della campagna di protesta Disappearing Headlines, il ministro Guilbeault dichiara: "Gli editori devono essere adeguatamente compensati per il loro lavoro e li sosterremo in quanto forniscono informazioni essenziali a beneficio della nostra democrazia"
Dopo l’Australia, anche il Canada prepara una legge per obbligare Google e Facebook a pagare gli editori per i contenuti delle notizie dei media che diffondono sulle loro piattaforme. “Le notizie non sono gratuite e non lo sono mai state – ha dichiarato il ministro del patrimonio culturale canadese Steven Guilbeault – La nostra posizione è chiara: gli editori devono essere adeguatamente compensati per il loro lavoro e li sosterremo in quanto forniscono informazioni essenziali a beneficio della nostra democrazia“.
Le dichiarazioni di Guilbeault sono arrivate dopo che, tra il 4 e il 5 febbraio, 105 testate nazionali e locali del Paese sono uscite in edicola con le prime pagine vuote e una scritta: “Immagina se le notizie non fossero qui”. Una protesta sulla scia della campagna Disappearing Headlines, organizzata dall’associazione di categoria News Media Canada, che voleva sottolineare l’urgenza di una legge per l’equo compenso nell’editoria. “Google e Facebook usano il loro monopolio per intascare l’80% della pubblicità online. Questi colossi beneficiano dei contenuti pubblicati dai quotidiani e giornalisti canadesi, senza pagarli”, ha affermato l’associazione.
Secondo il ministro, sebbene i Big Tech siano stati utili per rendere le notizie accessibili, “dobbiamo affrontare lo squilibrio del mercato tra le organizzazioni dei media e coloro che traggono vantaggio dal loro lavoro”. Il Governo, annuncia Guilbeault, sta guardando agli altri Paesi, in primis Francia e Australia, per capire come intervenire al meglio sullo squilibrio tra Big Tech e diritti per l’editoria.