L'attore canadese, 91 anni, si trovava nella sua casa negli Usa, in Connecticut, in compagnia della moglie Elaine Taylor. A teatro i primi successi, poi ha preso parte a numerosi film tra cui The Insider, L'esercito delle 12 scimmie, Star Trek VI: Rotta verso l’ignoto e A Beautiful Mind. La statuetta come miglior attore non protagonista per The Beginners
Addio Christopher Plummer. Il colonnello Von Trapp di Tutti insieme appassionatamente è morto nella sua casa del Connecticut (Stati Uniti) a seguito delle complicazioni dovute ad una caduta. Aveva 91 anni. Plummer ha vissuto con raffinata grazia quasi settant’anni di carriera, mai interrotta, anzi rilanciata negli ultimi venti- trenta anni (tra i 60 e 90 anni) quando un attore solitamente fatica a mantenere il ritmo del lavoro di gioventù ricevendo una nomination agli Oscar come attore non protagonista nella sostituzione di Kevin Spacey in Tutti i soldi del mondo. Nato da un’importante famiglia canadese di inizio secolo (la madre era nipote dell’ex primo ministro John Abbott) caduta poi in disgrazia, Plummer visse la sua infanzia con la madre da figlio di genitori separati. Fin da ragazzino sviluppa un’attrazione per le arti, la musica e soprattutto la recitazione teatrale. Con il proteso Laurence Olivier dell’Enrico V come modello, Plummer si costruisce immediatamente una carriera da attore shakespeariano.
Dotato di una finissima dizione, di prestanza fisica e di un volto da sicuro protagonista, di un aspetto un po’ distaccato che tradiva un fiducia anche un po’ altezzosa in se stesso, Plummer esordì a teatro da adolescente poi nel 1953 debuttò già sia sulla tv canadese che sulla statunitense in due ruoli di mini serie drammatiche per poi confluire sul palco di Broadway nel 1955 sostituendo Tyrone Power. Il 1958 è l’anno dell’esordio cinematografico con due piccole parti: la prima in Fascino del palcoscenico con un regista che diventerà celebre come Sidney Lumet, la seconda in Wind across the Everglades del già affermato Nicholas Ray. Tempo di vestire i panni di Commodo ne La caduta dell’impero romano di Anthony Mann che arriva la parte della vita, quella di Von Trapp in The sound of music (in italiano Tutti insieme appassionatamente). Ruolo che Plummer odiò con fastidio per parecchio tempo. Tra balzelli e canzoncine, un attore shakespeariano come lui non trovò mai pace denigrando quel film di puro intrattenimento per famiglie come una robetta sdolcinata definendolo con una storpiata come “the sound of mucus”. “Quella robaccia sentimentale è la cosa più difficile da interpretare per me, soprattutto perché sono formato vocalmente e fisicamente per Shakespeare”, spiegò Plummer in un’intervista del 1982. “Per fare una parte schifosa come von Trapp, devi usare tutti i trucchi che conosci per riempire la carcassa vuota di quel ruolo. Quel dannato film mi perseguita come un albatros”.
Eppure da quel giorno la sua carriera è esplosa definitivamente per oltre settant’anni mescolando cinema impegnato e clamorosi contenitori commerciali, il tutto sempre con una grazia sorniona e misteriosa. 119 i film interpretati su grande schermo, oltre settanta le serie tv, personaggi di ogni misura e rango in filmografia: dall’Amleto a Franklin Delano Roosevelt, dal Macbeth o Riccardo III a Kipling, Tolstoj, Sherlock Holmes o al nazista Rommel, fino a tutte quelle particine insulse che ad Hollywood chiamano da “clincker”. Plummer ha attraversato i generi come nessuno: dal dramma all’avventura, dalla commedia alla fantascienza, sempre con piglio volitivo e da quello sguardo con occhi azzurro cielo da un lato seriosamente di ghiaccio dall’altro morbido a sciogliersi proprio in que Tutti insieme appassionatamente dove lui vedovo accoglie nella propria magione austriaca e nel suo cuore l’arrivo della governante Julie Andrews. Nel 1965 è protagonista de Le notti con Daisy Clover assieme a Natalie Wood e Robert Redford, poi ancora tra gli anni sessanta e settanta lavora con i più grandi colleghi e registi come Orson Welles, Peter O’toole, Rod Steiger, Sean Connery, Michael Caine, Donald Sutherland. Gli anni ottanta sono un ulteriore gradino di popolarità in mezzo ai quali ha il tempo di interpretare anche una particina nel celebre serial Uccelli di rovo accanto a Richard Chamberlain. Anche se è forse con i titoli degli anni novanta/primi duemila che Plummer torna ad essere rivisto soprattutto nei film che arrivano in Italia.
Discreto il sodalizio con Spike Lee (Malcolm X e Inside Man dove interpreta un delizioso corrotto banchiere nazista) e Terry Gilliam (L’esercito delle dodici scimmie e Parnassus); ma è forse nel giornalista Mike Wallace, conduttore dello storico 60 Minutes in Insider di Michael Mann con Al Pacino e Russell Crowe che Plummer raggiunge l’apice di una carriera probabilmente mai da assoluto protagonista, ma da straordinario, costante magnetico performer di altissimo livello. Si divertirà tra l’altro molto a dare voce, assieme all’amico e collega Ed Asner, all’esploratore Muntz in Up! della Disney nel 2009, e ancora ad interpretare un ruolo ambiguo e duplice, recitato magistralmente, trascinando lo spettatore nella trappola del colpo di scena, un Remember di Atom Egoyan (2015).
Infine, a confermare che Plummer ha vissuto un periodo d’oro probabilmente più in tarda età che nel pieno dei suoi 40/50 anni, ecco l‘Oscar nel 2012 come attore non protagonista della commedia romantica Beginners dove è l’anziano padre del protagonista Ewan McGregor che in un momento di confronto con il figlio confessa la sua omosessualità.