“Sui governi tecnici ho sempre avuto delle idee molto critiche. I governi tecnici-ammucchiata non funzionano perché si litiga e sono degli equivoci. E l’ho detto non solo adesso, ma anche quando cadde il governo che meno mi piaceva, cioè quando è caduto Berlusconi ed è arrivato Monti. Anche in quell’occasione dissi che bisognava andare a votare”. Sono le parole del direttore de Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio, nel corso della trasmissione “Otto e mezzo” (La7).
Travaglio spiega il motivo per cui sarebbe “un suicidio assistito” il sì del M5s al governo Draghi, rendendosi protagonista di un botta e risposta col direttore de La Stampa, Massimo Giannini: “Noi non sappiamo cosa sia il governo Draghi, né quale saranno la maggioranza e il programma. Non sappiamo niente di cosa pensi Draghi di tutte le cose che finora hanno diviso i partiti al loro interno, all’interno delle loro coalizioni e tra le due coalizioni della maggioranza e dell’opposizione: dal Mes alle infrastrutture fino alla giustizia. Si tratta di temi su cui è caduto il precedente governo”.
Giannini parafrasa le parole pronunciate da Agnelli nel 1993 a proposito del governo Ciampi: “E’ difficile dire no a Draghi. Se fallisce Draghi, dopo c’è o un generale o un cardinale“.
“Oppure le elezioni – ribatte Travaglio – No, ma qui è evidente che non si possa toccare il nuovo Santo, che peraltro io non ho nessuna intenzione di toccare perché ritengo che Draghi sia una figura di altissimo prestigio. Ma uno dovrà dirgli sì o no quando avrà capito cosa vuole fare. Non è pensabile che i partiti vadano a consegnarsi e gli dicano di fare quello che vuole in cambio del proprio voto, perché la democrazia parlamentare è un’altra cosa”.
E puntualizza: “I 5 Stelle si suiciderebbero se nel governo Draghi se entrassero insieme a ministri berlusconiani. Il tabù numero uno del M5s è Berlusconi, perché è un pregiudicato, 9 volte prescritto, e loro sono caduti anche perché hanno bloccato la prescrizione dopo il primo grado. Ma vi immaginate se fanno i ministri insieme agli uomini di Berlusconi che vogliono cancellare la riforma della prescrizione? Pensate veramente che la politica sia una pagliacciata a questi livelli? E’ evidente che i 5 Stelle devono trovare un altro modo se vogliono evitare la scissione, modo che potrebbe essere, ad esempio, l’astensione dal voto di fiducia oppure un appoggio esterno – conclude – Ma certamente, se la gente vede ministri M5s con ministri di Berlusconi, sputerà in faccia ai 5 Stelle molto di più di quanto non abbia fatto quando sono andati al governo con la Lega. Se poi aggiungete alla compagna di giro i due Mattei, cioè quello che ha fatto fuori il governo Conte Uno per radere al suolo i 5 Stelle e quello che ha fatto fuori il governo Conte Due per radere al suolo i 5 Stelle e le loro leggi, ve li vedete insieme a fare comunella in un governo? Io penso che i loro elettori gli sputerebbero in faccia, perché ci sono dei partiti che hanno degli elettori e persino degli iscritti”.