Il premier dimissionario interviene nell'assemblea degli eletti e ribadisce l'importanza di partecipare al prossimo esecutivo: “Il presidente incaricato ha posto le basi per supere le politiche di austerità”. E, oltre a temere il Carroccio soprattutto sui temi ambientali, avverte che una “maggioranza troppo ampia sarebbe inconcludente e difficile da gestire”
Voltare le spalle al presidente incaricato Mario Draghi “vorrebbe dire voltarle al Paese“. È per questo che il M5s deve “rimanere al tavolo” per “dare una prospettiva al Paese”. Nel momento più difficile per il Movimento 5 stelle, alla vigilia del secondo giro di consultazioni, Giuseppe Conte ha deciso di intervenire nell’assemblea dei parlamentari M5s per ribadire il suo favore alla partecipazione al prossimo esecutivo.
Un discorso da aspirante leader politico come mai aveva fatto fino a questo momento e che, di fatto, spinge il Movimento in prima linea nella maggioranza che sembra pronta a sostenere l’ex presidente della Bce. E questo nonostante Conte abbia detto, questa volta con chiarezza, che al governo non vuole tornare e che non entrerà nella squadra. Anche Beppe Grillo, ha rivelato, gli ha chiesto di partecipare come “figura di garanzia”. Ma lui ha rifiutato, perché “sarebbe sbagliato”. Ma al di là di questo, secondo Conte è fondamentale che i 5 stelle stiano al governo in un momento così delicato, per sorvegliare sul Recovery e perché “teme la Lega” soprattutto per la cattiva influenza che potrebbe avere sui dossier ambientali. Il M5s è “l’ago della bilancia” e non può “trascurare il bene del Paese”, ha detto.
Dopo il ritorno di Beppe Grillo delle scorse ore e le aperture dei governisti, ora anche Conte si espone ufficialmente perché i 5 stelle restino nella partita. L’ipotesi sta creando tensioni all’interno dei gruppi, soprattutto al Senato dove continuano le resistenze, e per questo il discorso di Conte è fondamentale per convincere chi ancora minaccia di opporsi. Solo ieri l’ex deputato Alessandro Di Battista ha rilanciato il suo “con Forza Italia mai” e il timore dei vertici è che possa raccogliere adesioni in Parlamento. Secondo fonti interne però, il discorso di Conte avrebbe raccolto applausi e consensi unanimi sia in diretta Zoom che poi nelle chat private degli eletti.
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Pubblicato da Paola Taverna su Domenica 7 febbraio 2021
L’ultima carta da giocare prima dell’inizio della settimana decisiva del governo era appunto quella di Giuseppe Conte. Perché il premier dimissionario è la figura di cui si fida la maggior parte del gruppo e che, fino a pochi giorni fa, erano pronti a difendere fino alla fine. Conte inoltre, nel suo intervento, ha fatto un passo in più e superato ulteriormente il linguaggio diplomatico usato dal reggente Vito Crimi all’uscita dal colloquio con Draghi che aveva detto che il M5s era “disponibile a valutare se ci sono le condizioni a fare parte del governo”. Insomma, non c’è solo disponibilità, ma la necessità di fare il passo in avanti: “Non è il momento dell’auto-isolamento, non possiamo trascurare il bene del Paese“, ha detto Conte.
Ma soprattutto ha messo in guardia sul rischio di lasciare campo libero alle altre forze politiche: “Abbiamo una missione, siamo l’ago della bilancia, siamo il partito di maggioranza relativa che deve far sentire il suo peso. Questo è il punto di partenza. Vito con i capigruppo sta conducendo un confronto molto serrato”, ha detto. “Io temo molto la presenza della Lega” soprattutto per l’utilizzo delle risorse del Recovery. Ad esempio, “dobbiamo vigilare ed evitare che intervengano altri a declinare in altro modo la transizione ecologica, rendendola un mero slogan. Per tutte queste ragioni dobbiamo essere presenti: è difficile in questa fase, dire alcuni non li volgiamo, però ci sono dei margini per cui in modo astuto ci possiamo arrivare“. Il riferimento è molto probabilmente alle resistenze M5s per la partecipazione di Forza Italia e del Carroccio al nuovo governo.
Quindi ha parlato di chi già una volta li ha traditi e da chi si devono guardare le spalle: “Noi abbiamo una grande responsabilità verso il Paese, ma non dimentichiamo chi collabora lealmente e chi lo fa in modo irresponsabile: sappiamo chi ci ha voltato le spalle ed ora cerca di entrare per lucrare qualche vantaggio” ha detto ancora. Però, c’è una strategia: “Si cercherà di porre condizioni tali che alcuni soggetti non potranno più rimanere al tavolo. Ma noi, invece, al tavolo dobbiamo rimanere perché dobbiamo dare una prospettiva al Paese e altre soluzioni diverse ora non ci sono”.
Conte ha anche usato parole di stima nei confronti di Draghi: “Il Presidente incaricato è persona di spessore: io l’ho incontrato in diversi vertici e l’ho apprezzato. E’ stato lui che ha posto le basi per supere le politiche di austerità: è un interlocutore da prendere in seria considerazione. Certo, alcuni di voi potevano pensare che l’incarico potesse andare ad un altro: ma ora dobbiamo fare i conti con la realtà di questa fase storica“.
Il discorso di Conte, in questo momento così delicato, arriva a pochi giorni dalla sua apertura a Draghi pronunciata davanti a Palazzo Chigi. E suona come una vera prima investitura ufficiosa da leader del Movimento 5 stelle. E’ presto per definirlo capo politico, ma di sicuro la strada per lui è spianata. “Farò in modo di seguirvi passo dopo passo perché mi avete dato tanto“, ha detto. Un po’ come pochi giorni fa quando ha detto: “Io per voi ci sono e ci sarò sempre”. Domenica sera lo ha ribadito e ha parlato di sé come una parte integrante del Movimento: “Voi avete la capacità di rinnovare la politica italiana e insieme abbiamo contribuito a rinnovare anche la fisionomia della Lega e anche quella del Pd. E chi sta con noi beneficia della nostra forza. Per questo dobbiamo essere consapevoli della nostra forza”.