Sospese per maltempo le ricerche di Peter Neumair. Attesi gli esiti dell'esame autoptico della moglie Laura: è annegata o è stata uccisa? E come?
Sospese per maltempo le ricerche del corpo di Peter Neumair nel fiume Adige, dopo il ritrovamento di quello di Laura Perselli, la sua compagna, a oltre un mese dalla scomparsa della coppia, avvenuta il 4 gennaio scorso. Bisogna quindi attendere ancora prima che si chiuda la fase più importante. Perché soltanto con il ritrovamento dei due cadaveri sarà possibile dare una conferma all’ipotesi della Procura della Repubblica di Bolzano secondo cui ad uccidere la coppia sarebbe stato il figlio Benno, 30 anni, insegnante supplente e grande appassionato di fitness.
Il riconoscimento del corpo della donna, 68 anni, docente di italiano in pensione, è stato fatto dalla sorella Carla. Ma la conferma è venuta anche dagli indumenti che indossava nel momento in cui due vigili del fuoco lo hanno trovato a una profondità di circa un metro. Era in una piccola ansa, qualche centinaio di metri a nord del ponte di San Floriano, poco distante dall’abitato di Laghetti, nel comune di Egna. Gli abiti (ossia un cappotto color panna in tessuto loden e un paio di stivali di camoscio grigio, ricamati) erano stati descritti perfettamente da Benno, quando aveva cercato di spiegare che i genitori si erano allontanati da casa nel tardo pomeriggio di quel lunedì. In realtà lui non li aveva neppure visti uscire di casa e quindi il dettaglio dei vestiti aveva destato qualche perplessità negli investigatori.
Adesso cominciano i giorni cruciali per un procedimento indiziario per duplice omicidio, aggravato dai futili motivi e dal legame di sangue tra Benno e le due vittime. In realtà proprio il ritrovamento del corpo costituisce una pesante conferma della tesi della Procura, che ha legato le ricerche durate per settimane nell’Adige al fatto che fossero state trovate alcune macchie di sangue sul parapetto di un ponte a Vadena, in prossimità della discarica Ischia-Frizzi.
Proprio lì si era recato tra le 21.15 e le 22 del 4 gennaio il figlio delle vittime Benno con l’auto del padre, una Volvo. Secondo i pm, nel bagagliaio c’erano i corpi, poi scaricati in acqua dal ponte. Il sangue sulla neve era di Peter, hanno accertato gli analisti del Ris di Parma. Quel corpo ritrovato in acqua si salda con le macchie di sangue e con la presenza di Benno (che lui ha ammesso) nella zona, poco dopo che i telefoni dei genitori si erano spenti simultaneamente, mentre in auto il ragazzo si stava dirigendo verso Ora, dove lo attendeva una notte d’amore con un’amica.
Giorni cruciali per tanti motivi. Perché si spera di trovare anche il corpo del padre, il che confermerebbe una tragica fine simultanea. Ma anche perché l’autopsia potrà spiegare le ragioni della morte di Laura. È annegata? È stata uccisa? In quale modo? Non è detto che l’esame possa essere esaustivo, ma costituisce comunque un punto di partenza fondamentale. Inoltre, ci saranno gli esami tossicologici, per verificare il sospetto di un possibile avvelenamento. Di certo nessuno ha mai creduto a un suicidio o a una disgrazia, visto che Peter e Laura erano molto prudenti e abitudinari, non avevamo problemi finanziari, né di salute. Erano soltanto molto preoccupati per quel figlio che aveva dato prove di instabilità psichica. In ogni caso, senza auto non sarebbero mai arrivati a Vadena per gettarsi in acqua.
La reazione di Benno, quando è stato informato del ritrovamento della madre è stata di grande dolore. Così ha riferito l’avvocato Angelo Polo, che con Flavio Moccia lo assiste. Ha pianto, ha abbracciato il professionista e avrebbe detto: “Mia mamma… mia mamma…”. Continua comunque a dichiararsi innocente e per lui sono in programma due importanti appuntamenti, che però ora potrebbero slittare di qualche giorno. Innanzitutto c’è l’udienza di fronte ai giudici del Riesame, che devono valutare il ricorso contro il provvedimento di custodia cautelare del giudice per le indagini preliminari. Era già fissato, inoltre, un interrogatorio con i pubblici ministeri Igor Secco e Federica Iovene, in cui Benno avrebbe voluto ribadire la sua tesi di estraneità alla scomparsa e rispondere per la prima volta ai magistrati, dopo l’arresto avvenuto il 28 gennaio. I difensori adesso prenderanno tempo, anche per valutare i nuovi atti e i risultati dell’autopsia, a cui sarà presente anche un consulente dell’indagato.
La sorella di Benno, Madè, che ha 26 anni, studia e lavora come medico specializzando in Germania, ha nominato un proprio legale, l’avvocato Carlo Bertacchi, in quanto parte offesa del reato. Il professionista ha confermato: “Sono stati fatti solo i rilievi esterni e non credo che i soccorritori o gli inquirenti possano fornire elementi utili a identificare le cause del decesso prima che venga effettuata l’autopsia. Però le spoglie non erano avvolte in coperte o sacchi”. Madè è stata la prima a dubitare del fratello. Tramite il legale, ha voluto dichiarare: “L’unico sentimento che prevale in me è una forte volontà di verità. Voglio sapere come sono andati i fatti. Aspetto con fiducia che venga ritrovato anche il corpo di mio padre. Ringrazio tutti quelli che si sono prodigati in queste settimane”. Poi, accompagnata dagli zii Carla Perselli e Gunther Neumair si è recata sulla riva dell’Adige per accendere un cero e deporre un mazzo di rose nel punto dove è riemerso il corpo della madre Laura.