di Giuseppe Criaco
Qualche anno fa, alla vigilia della presentazione della prima manovra finanziaria del governo gialloverde, scrivevo, rivolgendomi idealmente al triumvirato di governo, esortandoli ad essere coraggiosi ma al tempo stesso responsabili. Sono passati trenta mesi da allora e di cose ne sono successe tante. Ed anche oggi, noi del M5S, dobbiamo tornare ad essere coraggiosi ma responsabili.
Usciamo da un governo la cui credibilità (di Giuseppe Conte e del Ministro Gualtieri) ha portato a casa miliardi con il Recovery Fund. Oggi, molti, bocciati sonoramente dal popolo italiano il 4 marzo di due anni fa, hanno rialzato la testa e la voce.
Ma questo non deve distoglierci dal nostro ideale tracciato, dalle nostre linee guida. Sapevamo che il nostro era, ed è stato, un esperimento coraggioso di governo. Nel complesso sono stati tanti i punti mantenuti e molti, ammettiamolo, gli errori. Ma che non devono e non possono svilire la prima esperienza governativa del Movimento.
Al tempo stesso deve rimanere salda la posizione di responsabilità che ci ha caratterizzato in questi anni. Soprattutto adesso che siamo entrati nel vortice dell’ennesima crisi di governo auspicata e invocata da più parti. Intollerabile, da sempre, sopportare una compagine governativa, come la nostra, che non fa parte dei salotti buoni del potere.
Questi due anni all’interno del Palazzo ci hanno insegnato a saper dominare certe correnti d’aria e turbolenze, consentendoci di presentarci più attenti, maturi e preparati al cospetto dell’incaricato Mario Draghi. Abbandonarci a nervosismi, sebbene in parte giustificati, oppure peggio, attestarsi dietro infantili barricate ideologiche potrebbe davvero portarci allo schianto.
E non mi riferisco solo alle tensioni previste e preventivate al nostro interno, ma mi riferisco ai marosi che animano in questi giorni i rapporti con tutte le forze politiche adesso in campo. Quello di cui invece il Movimento oggi ha bisogno è un capo politico vero e di una continuità politica di Giuseppe Conte. E senza alcuna ostilità verso il governo nascente, all’ interno del quale dobbiamo assolutamente stare, dobbiamo affermare e ribadire quelle misure straordinarie quale il Reddito di cittadinanza, il decreto dignità e la riforma della giustizia. Misure che non dovranno essere saccheggiate e cancellate come i partiti della reazione già auspicano. Confindustria in testa.
La nostra presenza, che comunque rimane quella di maggioranza relativa, terrà a bada figure pari o prossime allo zero al tavolo del nuovo esecutivo. Ed al contempo svelerà le carte del Draghi nazionale sulla volontà di averci ancora attori di governo. Adesso però tutto il peso politico dei nostri uomini migliori deve essere messo in campo, accanto a personaggi di rango e di peso, e convincerli senza pregiudizi della nostra raggiunta maturità politica.
Naturalmente sappiamo che dovremo continuare a sopportare l’ostracismo del fronte comune di stampa, televisioni, opinionisti, mondo finanziario, e industriale, oltre che dei partiti e dai media dell’opposizione. C’è ne faremo una ragione. Nell’interesse del Paese e dei nostri elettori. Lo sapevamo, sapevamo che avremmo avuto tutti contro, sapevamo che avrebbero fatto di tutto per delegittimarci, infangarci, colpirci. Oggi però non dobbiamo abbaiare alla luna, ma fare una scelta di campo netta. Dobbiamo continuare ad avere la capacità di immaginare il futuro di questo paese. Con Giuseppe Conte ancora al tavolo del governo. Per continuare a crescere come insostituibile leader di questo Movimento. Per questo motivo tendiamo pure con rispetto la mano a Draghi, ma nessuno arretramento sulle battaglia già vinte dai nostri esecutivi.