Salvini presidente del consiglio. Vittorio Feltri scampato alla morte dopo un attentato. Giancarlo Giorgetti bersaglio del prossimo rapimento. Siamo in futuro prossimo, all’incirca verso la fine del 2023, dopo una crisi economica devastante, aziende indebitate, licenziamenti di massa e stranieri uccisi in strada (tra cui il povero Abubakar Sohumaoro). Una cupa e livida Torino nasconde l’attività frenetica di un gruppo terrorista, tal Brigate Mario Galesi. Tra di essi c’è Anna che ha appena ucciso una spia del gruppo e sta scappando dal luogo dell’omicidio per rituffarsi nell’ansia della fuga tra droga e incontri segreti. Parallelamente un narratore in prima persona ricostruisce le vicende sue di Nicola e Alice tra il 2021 e il 2023 lontani dall’Italia per un po’, tra gli scontri in Grecia, infine immersi anch’essi nella lotta antisistema. Fino a quando il cerchio dei servizi segreti si stringerà tanto da distruggere la cellula brigatista. Il materiale umano di Andrea Toso (TranseuropA) è un’insinuante e fosca distopia in forma giallo-poliziesco con una tessitura per l’intreccio molto accurata e uno scenario di scontro col potere forse fin troppo dipendente dagli schemi della lotta armata anni settanta. Orientato su un doppio binario parallelo del racconto composto da due punti di vista differenti, finanche uno soltanto (ma si rischia lo spoiler), Toso armonizza un desiderio profondo di giustizia sociale come orizzonte morale (e dietro quindi tutti i crucci relativi all’uso estremo della violenza) con una letteratura raggrumata attorno ad un’atmosfera tesissima di gatto col topo in ogni angolo urbano e valligiano (c’è la Val Susa). Atipico nel suo genere di riferimento, gradevole nel suo accanirsi tra il tragico stupore politico e il colpo di scena finale. Voto (a volto scoperto): 7