Fra tutti gli oggetti donati nel corso di un anno, il ricordo va soprattutto a due pellicce. Costose, di pregio. “Un giorno si sono presentati qui da noi due 35enni. Una coppia con una bambina. Avevano in mano questi due capi: erano della madre di lui, mancata da poco causa Covid. Li abbiamo dati a due signore senzatetto della zona. Hanno venduto una delle due pellicce e con i soldi ricavati sono riuscite a prendersi un alloggio”, racconta Tommaso Dapri, portavoce del Tempio del Futuro Perduto. Qui, da gennaio 2020, c’è il Muro della gentilezza: ganci appesi alla facciata esterna dell’edificio di via Luigi Nono, a Milano. Chi vuole passa e dona qualcosa, dagli oggetti ai vestiti, che poi saranno distribuiti ai bisognosi. Nel corso di 12 mesi sono state raccolte oltre 10 tonnellate di indumenti usati, 400 coperte invernali, più di 13mila libri e centinaia di giocattoli per bambini di tutte le età. Quantità e ritmi portati all’estremo dalla pandemia.
“In sei mesi siamo passati dai chili di oggetti alle tonnellate”, prosegue Dapri. “Nessuno se lo aspettava. Prima del Coronavirus bastava fare due o tre giri di allestimento al mese, oggi non è sufficiente farlo dieci volte”. Un servizio in precedenza basato su consegne più o meno sporadiche da parte dei milanesi è ora diventato uno sportello permanente di supporto: “Lavoriamo molto su richieste. Intere famiglie si presentano, chiedendo oggetti specifici che non possono più permettersi: un passeggino, due letti, dieci paia di calze, indumenti per bambini, per adulti. E così via”. Tanti italiani: “Fare statistiche è impossibile, ma a grandi linee direi che il 60-70% di queste persone sono italiane. Prima non le avevamo mai viste”. L’utenza, continua Dapri, è cambiata. Se nei primi due mesi del 2020 i doni appesi al Muro della gentilezza venivano destinati in prevalenza a rifugiati, senzatetto o persone in condizione di grave emergenza, ora il panorama si è allargato. “Per fare un esempio, ci sono moltissimi rider. Vengono da noi spesso. Oppure, madri rimaste senza lavoro. In alcuni casi queste ultime sono passate dall’essere destinatarie degli oggetti donati a darci una mano con la gestione dei regali. Siamo una ventina di volontari e facciamo turni da mattina a sera”, continua Dapri. “Mi ricordo anche di una signora italiana. Per vivere vende oggetti nei mercatini. Ci ha chiesto aiuto: le abbiamo dato alcuni oggetti con i quali poi ha guadagnato qualche soldo”.
Una tendenza dettata dalla pandemia è stata proprio la donazione di vestiti o gioielli di anziani deceduti a causa del Coronavirus. “Si è intensificata anche la comunicazione. Prima non c’era molto scambio o contatto: chi voleva lasciava qualcosa e poi se ne andava. Ora invece le persone si fermano a dialogare con noi (distanza permettendo). Ci raccontano dell’isolamento, della malattia dei parenti e di quanto sia impegnativo regalare oggetti appartenuti ai loro cari. Questo aspetto ci ha fatti sentire utili. Dare – in sicurezza – coesione sociale in un momento in cui siamo costretti, per forza di cose, alla solitudine”.
Fra il materiale raccolto si contano anche 26 passeggini, 200 confezioni di pannolini, decine di letti e materassi, oltre 4mila mascherine chirurgiche nuove, alcune biciclette, strumenti musicali, stampelle e carrozzine per anziani, estrattori di latte materno, posate e stoviglie, costumi di carnevale, lettori dvd e profumi ancora confezionati.
L’idea del Muro della gentilezza parte dal tipo di attività proposta dal Tempio del Futuro perduto: “Siamo un centro culturale che da sempre cerca di rendere i propri progetti utili per la società. Per le nostre iniziative non chiediamo compensi economici ma doni. Lo facevamo da tempo, tre anni fa abbiamo capito che funzionava”. L’ispirazione arriva con il Wall of Kindness, che era già presente in alcune città all’estero. Intanto si delineano i contorni di un altro progetto, previsto per i prossimi mesi: il muro dei desideri. Da portare avanti in collaborazione con Frega Project, un’associazione che si occupa di realizzare i sogni di persone con disabilità. “Dobbiamo ancora capire bene come, ma l’idea è proporre un touchscreen su cui inserire i propri desideri o mettersi a disposizione per esaudire quelli degli altri”, chiude Dapri. “A proposito, fra i ricordi più belli dell’anno appena passato c’è il Natale. Abbiamo riempito due stanze di giocattoli per bambini. Li abbiamo incartati e distribuiti: fuori, la notte del 24, c’è stata la fila fino a mezzanotte”.
Società
Milano, i doni del “Muro della gentilezza” per i bisognosi: così la pandemia ha generato solidarietà
1 /10 ‘A Milano il primo ‘muro della gentilezza’: vestiti, libri e beni appesi per chi ha bisogno
Nell'ultimo anno i ganci appesi alla facciata esterna dell’edificio di via Luigi Nono hanno raccolto tonnellate di indumenti usati, coperte invernali, migliaia di libri e centinaia di giocattoli per bambini di tutte le età. L'iniziativa è del Tempio del Futuro Perduto, che racconta la sorpresa della solidarietà
Fra tutti gli oggetti donati nel corso di un anno, il ricordo va soprattutto a due pellicce. Costose, di pregio. “Un giorno si sono presentati qui da noi due 35enni. Una coppia con una bambina. Avevano in mano questi due capi: erano della madre di lui, mancata da poco causa Covid. Li abbiamo dati a due signore senzatetto della zona. Hanno venduto una delle due pellicce e con i soldi ricavati sono riuscite a prendersi un alloggio”, racconta Tommaso Dapri, portavoce del Tempio del Futuro Perduto. Qui, da gennaio 2020, c’è il Muro della gentilezza: ganci appesi alla facciata esterna dell’edificio di via Luigi Nono, a Milano. Chi vuole passa e dona qualcosa, dagli oggetti ai vestiti, che poi saranno distribuiti ai bisognosi. Nel corso di 12 mesi sono state raccolte oltre 10 tonnellate di indumenti usati, 400 coperte invernali, più di 13mila libri e centinaia di giocattoli per bambini di tutte le età. Quantità e ritmi portati all’estremo dalla pandemia.
“In sei mesi siamo passati dai chili di oggetti alle tonnellate”, prosegue Dapri. “Nessuno se lo aspettava. Prima del Coronavirus bastava fare due o tre giri di allestimento al mese, oggi non è sufficiente farlo dieci volte”. Un servizio in precedenza basato su consegne più o meno sporadiche da parte dei milanesi è ora diventato uno sportello permanente di supporto: “Lavoriamo molto su richieste. Intere famiglie si presentano, chiedendo oggetti specifici che non possono più permettersi: un passeggino, due letti, dieci paia di calze, indumenti per bambini, per adulti. E così via”. Tanti italiani: “Fare statistiche è impossibile, ma a grandi linee direi che il 60-70% di queste persone sono italiane. Prima non le avevamo mai viste”. L’utenza, continua Dapri, è cambiata. Se nei primi due mesi del 2020 i doni appesi al Muro della gentilezza venivano destinati in prevalenza a rifugiati, senzatetto o persone in condizione di grave emergenza, ora il panorama si è allargato. “Per fare un esempio, ci sono moltissimi rider. Vengono da noi spesso. Oppure, madri rimaste senza lavoro. In alcuni casi queste ultime sono passate dall’essere destinatarie degli oggetti donati a darci una mano con la gestione dei regali. Siamo una ventina di volontari e facciamo turni da mattina a sera”, continua Dapri. “Mi ricordo anche di una signora italiana. Per vivere vende oggetti nei mercatini. Ci ha chiesto aiuto: le abbiamo dato alcuni oggetti con i quali poi ha guadagnato qualche soldo”.
Una tendenza dettata dalla pandemia è stata proprio la donazione di vestiti o gioielli di anziani deceduti a causa del Coronavirus. “Si è intensificata anche la comunicazione. Prima non c’era molto scambio o contatto: chi voleva lasciava qualcosa e poi se ne andava. Ora invece le persone si fermano a dialogare con noi (distanza permettendo). Ci raccontano dell’isolamento, della malattia dei parenti e di quanto sia impegnativo regalare oggetti appartenuti ai loro cari. Questo aspetto ci ha fatti sentire utili. Dare – in sicurezza – coesione sociale in un momento in cui siamo costretti, per forza di cose, alla solitudine”.
Fra il materiale raccolto si contano anche 26 passeggini, 200 confezioni di pannolini, decine di letti e materassi, oltre 4mila mascherine chirurgiche nuove, alcune biciclette, strumenti musicali, stampelle e carrozzine per anziani, estrattori di latte materno, posate e stoviglie, costumi di carnevale, lettori dvd e profumi ancora confezionati.
L’idea del Muro della gentilezza parte dal tipo di attività proposta dal Tempio del Futuro perduto: “Siamo un centro culturale che da sempre cerca di rendere i propri progetti utili per la società. Per le nostre iniziative non chiediamo compensi economici ma doni. Lo facevamo da tempo, tre anni fa abbiamo capito che funzionava”. L’ispirazione arriva con il Wall of Kindness, che era già presente in alcune città all’estero. Intanto si delineano i contorni di un altro progetto, previsto per i prossimi mesi: il muro dei desideri. Da portare avanti in collaborazione con Frega Project, un’associazione che si occupa di realizzare i sogni di persone con disabilità. “Dobbiamo ancora capire bene come, ma l’idea è proporre un touchscreen su cui inserire i propri desideri o mettersi a disposizione per esaudire quelli degli altri”, chiude Dapri. “A proposito, fra i ricordi più belli dell’anno appena passato c’è il Natale. Abbiamo riempito due stanze di giocattoli per bambini. Li abbiamo incartati e distribuiti: fuori, la notte del 24, c’è stata la fila fino a mezzanotte”.
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Trump: “Meloni mi piace molto”. E sui dazi all’Italia: “Vedremo”. La Casa Bianca mostra migranti in catene deportati su aerei militari
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Meloni si dice coerente su tutto, ma è la campionessa mondiale di incoerenza". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "L'atteggiamento di Giorgia Meloni in questi giorni è insopportabile. A dicembre 2024 Meloni va ad Atreju e dice che i centri migranti funzioneranno, perchè bisogna sconfiggere la mafia dei trafficanti di migranti. E cosa accade ora? Accade che la scorsa settimana uno di quei criminali, che la Corte Penale Internazionale definisce trafficante e torturatore, viene arrestato dai poliziotti e la Meloni lo libera, con un volo di Stato, a spese nostre". Così Matteo Renzi in una diretta su Instagram.
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - "Se il governo abbassa le tasse, io sono contento. Ma quando hai un livello di ipocrisia come quello che abbiamo visto, mi arrabbio e lo dico. C'è un governo indecente con un sottosegretario alla Giustizia condannato, un ministro dei Trasporti che va benino sulle dirette di Tik Tok, ma non nella gestione dei trasporti". Lo dice Matteo Renzi in diretta su Instagram. "Se vogliono cacciare la Santanchè perchè rinviata a giudizio, allora devono mandare a casa anche Delmastro che è rinviato a giudizio. Meloni ha due pesi e due misure".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione", vista come "prospettiva compatibile con le richieste della nostra comunità", quindi un’opzione su cui "è possibile un confronto". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
Roma, 24 gen. (Adnkronos) - Uniti si vince. Anzi, no. Divisi si vince. Dario Franceschini dal suo nuovo ufficio ex-officina, spariglia. "I partiti che formano la possibile alternativa alla destra sono diversi e lo resteranno. È inutile fingere che si possa fare un’operazione come fu quella dell’Ulivo. L’Ulivo non tornerà". E allora meglio andare "al voto ognuno per conto suo, valorizzando le proprie proposte e l’aspetto proporzionale della legge elettorale" e sul terzo dei seggi assegnati con l'uninomiale "è sufficiente stringere un accordo", la proposta di Franceschini. Che si rivolge pure a Forza Italia: "Ha il biglietto della lotteria in tasca, ma non lo sa", con il proporzionale "sarebbe arbitra dei governi per i prossimi vent’anni".
"Volpone...", commenta Matteo Renzi. Carlo Calenda condivide l'analisi sul marciare divisi, Angelo Bonelli la boccia mentre dal Movimento 5 Stelle si fa sapere che l'intervista all'ex-ministro del Conte II è stata letta "con attenzione". Nel Pd ha infiammato le chat ma la reazione ai attesta tra lo stupore e il silenzio, al momento. A partire dalla segretaria. Plasticamente impegnata in quanto di più lontano da riflessioni di alchimia politica, posta sui social le foto dell'incontro oggi a Porto Marghera con i lavoratori del petrolchimico, settore in allarme. "Eni sta dismettendo la chimica di base in Italia con l’assenso del governo Meloni, che resta a guardare. Grazie a questi lavoratori per l’incontro, il Pd è al loro fianco", scrive Schlein su Instagram.
Tuttavia, si riferisce, che stamattina ci sarebbero state interlocuzioni con Franceschini sull'intervista. E l'ex-ministro avrebbe rassicurato sulle sue buone intenzioni. Quel "marciare divisi" non andrebbe letto come una sconfessione della "testardamente unitaria" Schlein. Il senso dell'operazione sarebbe quello di dare un fermo, uno stop al dibattito che si sta alimentando nelle ultime settimane - giudicato inutile e maliziosamente dannoso - sul federatore, sulla coalizione e anche su un ipotetico partito dei cattolici. Una forza moderata sarebbe utile ma, sottolinea Franceschini, "noi cattolici democratici, non possiamo che restare in una forza progressista come ci hanno insegnato Zaccagnini e Granelli". E quindi un assist alla segretaria, si assicura.
Detto questo, non a pochi nel Pd, la proposta del "marciare divisi" è apparsa quanto meno eccentrica di fronte a una coalizione di centrodestra guidata da una leader, almeno al momento, molto forte. "Lei parla con Trump e noi ci presentiamo al voto divisi, a darci addosso l'un l'altro?". E comunque ancor più prosaicamente c'è chi fa notare come "senza alleanze, con questa legge elettorale, hai automaticamente perso". E' la matematica e il voto del 2022 docet. Riflessioni che restano riservate. "Nessuno vuol ribattere a un dirigente storico del Pd".
Anche il passaggio su Forza Italia sembra un po' fuori sincrono. Certo, osserva Matteo Renzi, "se Forza Italia accettasse di avere il sistema proporzionale governerebbe per anni perché si entrerebbe in un sistema in cui si creerebbero le maggioranze in Parlamento". Ma che gli azzurri si sfilino dal centrodestra, non sembra alle viste. Franceschini "prova a sedurre con una danza del ventre evocando il proporzionale puro", dice Alessandro Sorte, ma "Forza Italia è" già "l'unico vero centro e oggi ha un ruolo fondamentale".
Per Bonelli la proposta dell'ex-ministro non convince: "Non sarà l'Ulivo, non sarà il programma di 300 pagine dell'Unione, ma un minimo comun denominatore con cui presentarsi alle elezioni e battere la destra serve. E' quello che abbiamo fatto alle regionali in Sardegna, Umbria, Emilia. E quello su cui lavoreremo per le prossime regionali che ci attendono. Perché lo stesso schema non deve valere per le politiche?". Nel Pd a parlare in chiaro, in Tv, è Debora Serracchiani secondo cui l'ipotesi di Franceschini è "da valutare" e "credo abbia detto una cosa saggia: rafforzare il Pd, pensare alle cose concrete. La segretaria su questo sta dando veramente una linea importante. Invece di costruire a tavolino delle alleanze, cerchiamo di metterci insieme sui temi che ci tengono uniti".
(Adnkronos) - Per il pm De Tommasi le indagate avrebbero 'imbeccato' l'imputata - anche usando protocolli con "punteggi già inseriti" - affinché ottenesse una perizia psichiatrica in grado di accertarle un deficit, un'attività difensiva non lecita e che non è andata a buon fine. Le psicologhe sarebbero andate oltre il loro compito, somministrando test "incompatibili con le caratteristiche psichiche effettive della detenuta" e con colloqui "falsamente annotati nel diario clinico", mentre lo psichiatra Garbarini, consulente di parte, l'avrebbe "eterodiretta" nelle risposte da fornire, sostiene l'accusa.
Nell'avviso di conclusione indagini, infine, il pubblico ministero - che ha sentito la compagna di cella Tiziana Morandi, meglio conosciuta come 'la Mantide della Brianza' - sottolinea come l'avvocata Pontenani "invitava Pifferi a simulare in carcere comportamenti e atteggiamenti idonei a far apparire, contrariamente al vero, come una 'fuori di testa' e come una 'mongoloide', al fine di indurre in errore il perito e la Corte che avrebbero dovuto valutarla e giudicarla ed essere ritenuta quantomeno parzialmente incapace di intendere e di volere al momento del fatto".
La chiusura delle indagini arriva a cinque giorni dal processo d'appello, dopo che il primo grado - la perizia disposta dai giudici ha certificato la piena capacità di intendere e volere della 39enne - ha sentenziato l'ergastolo per l'accusa di omicidio della piccola Diana di soli 2 anni.
Roma, 24 gen (Adnkronos) - “Seguiremo con grande attenzione l’offerta di acquisto di MPS su Mediobanca, vogliamo capirne tutti gli obiettivi e le ricadute. Il sistema bancario italiano è in una condizione complessivamente solida, grazie alla profonda ristrutturazione seguita alla crisi finanziaria e a quella dei debiti sovran". Lo dice Antonio Misiani, responsabile Economia e finanze nella segreteria nazionale Pd.
"MPS rappresenta, in questo quadro, un’esperienza particolarmente virtuosa. Le operazioni di aggregazione rispondono all’interesse nazionale e vanno valutate positivamente se producono effetti positivi sotto il profilo industriale, occupazionale e finanziario, seguendo criteri di mercato -prosegue-. Non se diventano parte di un risiko dettato da logiche opache di potere e con un ruolo sempre più invasivo della politica. Questo è il nostro metro di valutazione".
"Il fatto che il MEF sia il primo azionista di MPS, la banca che ha lanciato l’operazione, rende necessaria da parte del governo la massima trasparenza di fronte al Paese. Siano ormai a metà legislatura e ancora non abbiamo compreso se il governo abbia o meno una strategia per il futuro del sistema bancario nell’interesse delle famiglie e dell’economia reale", continua Misiani.
(Adnkronos) - "Chiameremo in Parlamento il ministro Giorgetti per chiedergli conto di tutto questo, a partire dagli obiettivi e dai criteri con cui l’esecutivo si vuole rapportare nei confronti di questa e di altre operazioni - come Unicredit-BPM e Generali-Natixis - che in questi mesi stanno cambiando radicalmente il profilo e la configurazione della finanza italiana", conclude l'esponente del Pd.