L'artista è morto a Roma e aveva 97 anni. Ha firmato capolavori come Amarcord, Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli e La Bibbia, collaborando con Visconti, Fellini, Monicelli, Wertmüller, Pakula, Altman e Pollack
Il maestro di fotografia Peppino Rotunno è morto nella sua casa a Roma all’età di 97 anni. Famoso per la sua raffinata cultura visiva e per la sua abilità di servirsi dei chiaro-scuri e dei negativi a colori, da Cinecittà a Hollywood nel corso della sua lunga carriera ha firmato capolavori come Amarcord, Il Gattopardo, Rocco e i suoi fratelli e La Bibbia, collaborando con grandi registi come Luchino Visconti, Federico Fellini, Mario Monicelli, Lina Wertmüller, Alan Pakula, Robert Altman e Sydney Pollack.
Nato a Roma il 19 marzo 1923, nel 1938 in seguito alla morte del padre, proprietario di una sartoria, Rotunno abbandonò gli studi per aiutare la famiglia. Scelse di lavorare a Cinecittà, dove iniziò come apprendista elettricista per poi diventare addetto alla correzione dei negativi e allo sviluppo, stampa e lucidatura delle fotografie e in seguito fotografo di scena presso lo studio fotografico di Arturo Bragaglia. Passò poi al reparto operatori in qualità di consegnatario-macchina e diventò assistente di Renato Del Frate, ma nel 1941 venne licenziato per un gesto di ribellione contro i simboli del regime fascista.
Rotunno applicò la ricchezza cromatica elaborata per Fellini al colore di Conoscenza carnale (1971) di Mike Nichols, dei film di Lina Wertmüller e di Giuseppe Patroni Griffi. Bob Fosse, intenzionato a far rivivere in un musical crepuscolare i fasti della fantasia felliniana, scritturò Rotunno per All that jazz – Lo spettacolo comincia (1979). A partire da quel momento Rotunno ha conosciuto negli Stati Uniti una seconda giovinezza professionale, fotografando film di Robert Altman, Fred Zinnemann, Alan Pakula, Richard Fleischer, Ivan Passer, Nichols e Sydney Pollack. Ha continuato poi a lavorare anche nel cinema europeo, con Claude Goretta e Terry Gilliam e in quello italiano con Peter Del Monte, Roberto Faenza, Dario Argento. Dagli anni Ottanta si era interessato del restauro dei classici del cinema italiano e dal 1988 ha insegnato al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, oggi Scuola nazionale di cinema.
Nel corso della sua lunga carriera ha ottenuto otto Nastri d’argento, cinque David di Donatello, di cui uno alla carriera e uno speciale, una nomination all’Oscar e un Bafta Award nel 1980 per All that jazz – Lo spettacolo continua di Bob Fosse, una nomination ai Bafta per Il Casanova di Fellini, un Prix Camérimage e un American Society of Cinematographers International Award alla carriera nel 1999.