Attualità

Roberta Bruzzone contro Alda D’Eusanio per il “caso Pausini”: “Il Gf Vip va chiuso. Persone di una certa età che pronunciano frasi terribili”

La criminologa e psicologa forense interviene sulla squalifica di Alda D'Eusanio dal “Grande Fratello Vip” dopo l'accusa durissima nei confronti di Paolo Carta, il compagno di Laura Pausini (“pare che la crocchi di botte”). La coppia ha mosso gli avvocati. “Sono sconcertata da quello che è successo”, ha commentato Roberta Bruzzone a FqMagazine

Alda D’Eusanio è stata squalificata dal “Grande Fratello Vip per le frasi durissime pronunciate all’interno della Casa del reality di Canale 5 sul rapporto tra Laura Pausini e il compagno Paolo Carta (“pare che la crocchi di botte”). In un comunicato la coppia ha annunciato di aver dato mandato all’avvocato PierLuigi De Palma “di agire contro tutti i soggetti responsabili delle gravissime affermazioni pronunciate”. Quella della D’Eusanio è la quinta espulsione di questa edizione del reality di punta di Canale 5. Abbiamo contattato la criminologa e psicologa forense Roberta Bruzzone su questo tema delicatissimo e attuale.

L’ha sorpresa quello che è accaduto dentro la casa?
No. Trovo che l’aspetto sconcertante di questa vicenda sia il fatto che ci si metta a fare una discussione di questo genere, toccando aspetti delicatissimi su un tema importante, come quello della violenza sulle donne, per gettare un’ombra terribile su una persona.

Inevitabile il ricorso agli avvocati?
Discorsi del genere sono intollerabili e mobilitare gli avvocati è una mossa inevitabile e giusta. E le dirò di più…

Cosa?
Non si può in un contesto come quello del ‘Grande Fratello Vip’ trattare con questa leggerezza temi delicati, parlo anche in generale. È discutibile lo scenario, così come è discutibile un programma che è diseducativo sotto ogni punto di vista. Nel cast in mezzo ad alcuni concorrenti ragazzini, ci sono persone di una certa età (si suppone di esperienza navigata) che pronunciano frasi terribili e non si rendono conto di quello che dicono. Un programma del genere, in un contesto di grande depressione e crisi come quello che stiamo vivendo, non dovrebbe andare proprio in onda.

La vicenda della D’Eusanio fa fare dei passi indietro sul tema della violenza contro le donne?
Certo. Sei in un programma popolare che si rivolge ad una platea ampia. Così facendo si passa l’idea che si possa parlare di tutto. Sbagliato. Un atteggiamento nocivo del genere comporta la ‘normalizzazione sociale’ di argomenti (come il tema della violenza sulle donne) che invece necessitano di essere trattati con il giusto peso, visto che parliamo di fenomeni purtroppo di estrema diffusione.

C’è una corresponsabilità da parte di chi ha acceso i microfoni?
Non si possono scindere la linea editoriale dalla persona che partecipa ad un reality. Se costruisci un programma con queste caratteristiche e fai delle polemiche e dei comportamenti negativi il filo rosso che tiene in piedi il ‘gioco’ per qualche punto di share in più, c’è una corresponsabilità. Il focus si accende sugli insulti, il body shaming, le offese, temi come la violenza sulle donne trattati con superficialità… Faccio fatica a pensare che l’editore non sia consapevole di cosa stia accadendo in quel determinato programma che così facendo scatena dinamiche pericolose.