Lo studio "in fase ridotta" è stato condotto dall’università del Witwatersrand (Sudafrica) e dall’università di Oxford. Cresce l'attenzione per le varianti, ma l'epidemiologo Ciccozzi rassicura: "Non significa che è inefficace, ma che diminuisce l'efficacia. Il vaccino fa sempre fatto"
Il vaccino Oxford-AstraZeneca ha effetti ridotti contro la variante sudafricana, secondo i risultati dei primi studi e test. A comunicarlo la stessa azienda che sottolinea che il vaccino offre solo una relativa protezione contro sintomi non gravi provocati dalla variante. Ad anticipare i primi studi è stato il “Financial Times” che ha pubblicato i risultati di una ricerca svolta dall’università del Witwatersrand (Sudafrica) e dall’università di Oxford su un campione di 2026 individui.
Come riporta l’Agi, sebbene nessuno dei pazienti coinvolti nello studio sia morto o sia stato ricoverato, vista anche la giovane età (la media era 31 anni), i risultati dello studio, non ancora sottoposto a revisione paritaria, potrebbero far apparire più complicata la lotta alle nuove varianti del coronavirus. Le stesse, per intenderci, che preoccupano anche l’Istituto superiore di sanità, tanto da spingerlo a pubblicare alcune Faq sull’argomento.
Lo studio ha interessato quindi un “campione relativamente piccolo” e per questo va valutato con cautela. “In questa fase ridotta I/II di test, i primi dati mostrano efficacia limitata contro la malattia in fase moderata, provocata dalla variante sudafricana B.1.351”, ha specificato un portavoce dell’azienda. Vista inoltre la giovane età dei partecipanti, ha spiegato, non è stato possibile “accertare l’efficacia contro i casi gravi della malattia e nei casi di ospedalizzazione perché i soggetti esaminati erano giovani e in salute”. Metà del gruppo, si legge sempre sul Financial Times, è stata somministrata almeno una dose del vaccino, mentre l’altra metà ha ricevuto almeno una dose di placebo.
Va detto che, così come per Astrazeneca, anche gli altri vaccini, compresi quelli già in uso in Italia, come Moderna e Pfizer–BionTech, hanno la stessa criticità contro le varianti. La stessa Astrazeneca ha comunque assicurato, pochi giorni fa, che “entro autunno” sarà disponibile una “nuova versione del vaccino contro le varianti”.
La sfida contro le varianti, inglese, sudafricana, appunto, e brasiliana, è in salita in tutto il mondo. Domani il gruppo di esperti indipendenti Oms sulle vaccinazioni si riunirà sul vaccino AstraZeneca e sui risultati provenienti dal Sud Africa. Intanto in Usa i casi di Covid da variante inglese raddoppiano almeno ogni 10 giorni e sono destinati a diventare con tutta probabilità predominanti entro marzo. Una preoccupazione che ha spinto anche l’Istituto superiore di sanità a fare il punto sulle varianti, sottolineando nelle Faq pubbliche che “al momento i vaccini sembrano essere pienamente efficaci sulla variante inglese, mentre per quella sudafricana e quella brasiliana potrebbe esserci una diminuzione nell’efficacia”. Dire che il vaccino è meno efficace, rassicura l’epidemiologo molecolare dell’Università Campus Biomedico di Roma, Massimo Ciccozzi, non significa dire che “è inefficace”, “è sempre efficace ma la sua efficacia diminuisce. Il vaccino va sempre fatto”.