Il Parlamento deve solo votare la fiducia al nuovo presidente del Consiglio oppure sta eleggendo anche il futuro presidente della Repubblica?
Dall’assembramento che si è fatto intorno a Mario Draghi sembra che tutto conduca oltre palazzo Chigi. Per non fare esplodere nelle contraddizioni un governone di taglia XL, tenendo nel recinto l’uno e il suo opposto (flat tax e progressività, prescrizione e anti prescrizione, cemento armato a go go ed ecologismo, fedeltà fiscale e condono) super Mario dovrà ricondurre nell’alveo della “salvezza nazionale”, ruolo del resto a lui affidato, il programma. E i due grandi tronchi già ci sono: vaccinazioni prima possibile e recovery plan. Questioni comunque enormi che porteranno via tanto impegno e concederanno agli alleati, i sinceri e i travestiti, una prova possibile di coesistenza.
Entro l’anno dovranno essere terminate le vaccinazioni.
Entro l’anno il Recovery dovrà essere non solo elaborato, ma anche avviato alla realizzazione.
Ipotizziamo unanime consenso. E poi?
Poi, esattamente tra dodici mesi, si dovrà eleggere il successore di Mattarella.
Non sempre in politica uno più uno fa due. Però potrebbe anche darsi, nevvero?